Allenare l’immaginazione. La mostra di Antonio Della Guardia a Roma
La Fondazione Pastificio Cerere ospita la mostra di Antonio Della Guardia: una riflessione sull’idea di vedere a partire dalle teorie otto/novecentesche di William Horatio Bates
Negli ambienti della medicina tradizionale William Horatio Bates (1860-1931) non è molto popolare, eppure le sue teorie sulla rieducazione della vista senza l’uso degli occhiali crearono scalpore quando nel 1919 il medico americano pubblicò il volume Vista perfetta senza occhiali. Una sorta di summa del Bates pensiero, incentrato su una serie di esercizi per aumentare la percezione e l’immaginazione senza bisogno di strumenti meccanici, che ebbe allora molto seguito presso intellettuali, artisti e scrittori come Aldous Huxley, che ha pubblicato in suo onore il testo L’arte di vedere (1942). Una teoria alternativa senza alcuna base scientifica che ha suscitato la curiosità dell’artista Antonio Della Guardia (Salerno, 1990), il quale dedica al metodo Bates la sua personale alla Fondazione Pastificio Cerere, aperta fino al 18 dicembre.
LA MOSTRA DI DELLA GUARDIA A ROMA
Intitolata Per un Prossimo Reale e curata da Vasco Forconi, la mostra è stata concepita dall’artista come un’esperienza per un solo visitatore alla volta, come una sorta di “palestra dell’immaginazione”, dove ognuno può rieducare gli occhi per ottenere una diversa consapevolezza del guardare. Un percorso dentro l’atto del vedere che si apre con una mano di marmo rosa sospesa all’altezza del mento, quasi a voler suggerire al visitatore l’assunzione di una posa utile per indirizzare l’occhio verso una visione a lunga distanza. Sulle pareti Della Guardia ha riprodotto in grandi dimensioni alcune delle tavole di Bates, che suggeriscono un’ambientazione da ambulatorio, dove le opere assumono l’aspetto di strumenti scientifici, come una serie di occhiali metallici che impediscono la visione centrale, che devono essere indossati per esplorare lo sguardo laterale e periferico, mentre un comodo materasso permette di sdraiarsi con un paio di occhiali in carta copiativa, “per copiare sul mondo i processi di immaginazione”, suggerisce l’artista.
LE OPERE DI DELLA GUARDIA
L’opera più interessante e formalmente più impattante è #5 Per un Prossimo Reale (2021), un drappo di velluto blu collocato in fondo allo spazio espositivo e decorato con alcuni disegni ricamati a filo d’oro, che riproducono traiettorie di voli di insetti e uccelli. Un simbolo prezioso e intenso di questa diversa forma di visione proposta da Della Guardia in maniera rigorosa e consapevole, attraverso la creazione di una mostra calibrata e puntuale, ulteriore prova del talento concettuale e compositivo di un artista giovane ma senz’altro degno di attenzione.
– Ludovico Pratesi
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