Il tempo e la psiche. David Maljković e Jana Schröder in mostra a Roma
Doppia personale di David Maljković e Jana Schröder alla galleria T293. A essere indagati sono il tempo, che Maljković tenta di catturare e mettere in scena, e il segno astratto, sintesi tra forma, scrittura e colore per l’artista tedesca
Forthcoming, solo show di David Maljković (Rijeka, 1973), primo capitolo di un nuovo progetto, riflette una delle tematiche predilette dall’artista, il tempo. Lo spazio della galleria viene infatti riconfigurato da una serie di oggetti, strumenti del fare artistico, cavalletti provenienti dallo studio dell’artista riassemblati in loco, a riconnettere due luoghi, e due dimensioni, passato e presente. Le opere diventano testimoni di un tempo trascorso attraverso le pennellate, le macchie di colore, i segni del lavoro da cui sono ricoperte. Alla parete piccoli lavori realizzati in tecnica mista in cui ancora una volta è protagonista il materiale di scarto, la carta da parati velata da schermi di plexiglas su cui fluttuano delicate incisioni. Maljković sembra voler scardinare la gerarchia tra media, strumenti e opere d’arte dando spazio e visione al processo artistico e a ciò che ne costituisce l’ossatura.
LA MOSTRA DI JANA SCHRÖDER
Nella mostra Lory, Jana Schröder (Brilon, 1983; vive a Düsseldorf), alla sua terza personale in galleria, espone lavori di grande formato affiancati da opere più piccole coperte da segni scritti portati ai limiti dell’illeggibilità, quasi a ricreare il dialogo tra opera e didascalia. Ancora una volta a essere indagata è la messa in scena artistica. Nella serie in mostra i grovigli di segni, sorta di scarabocchi ingigantiti, vengono amplificati dalla potenza del colore sotto la suggestione delle Interazioni cromatiche di Josef Albers, agendo sulla psiche e dischiudendo straordinarie possibilità espressive e comunicative.
‒ Antonella Palladino
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