I soffi di colore di Giacinto Occhionero in mostra a Roma
Il perenne fluire del tempo e delle cose è al centro della ricerca pittorica di Giacinto Occhionero, in mostra da Kou Gallery
Duralar Duralex è il titolo della mostra di Giacinto Occhionero (Campobasso, 1975; vive a Roma), un chiaro riferimento all’importante interrelazione tra materiali plastici e pitture sintetiche su cui gioca la sua pittura. Il Duralar, che costituisce il supporto della maggior parte dei lavori esposti, si presenta estremamente sensibile al tocco pittorico, dando luogo a una tensione tra accidentalità del gesto e costruzione della forma. Il contatto frequente con New York e gli Stati Uniti ha condotto l’artista a concentrarsi sempre più sull’indagine e la sperimentazione di tecniche, materiali, supporti che potremmo definire appartenenti alla società industriale. C’è dentro la potenza e la libertà del gesto propria dell’Espressionismo astratto americano unita a un richiamo ai grandi protagonisti dell’Astrattismo europeo come Kandinsky e Paul Klee. Circles, drops e punti di colore vengono però resi attraverso l’utilizzo di bombolette spray personalizzate.
ASTRAZIONE E DINAMISMO SECONDO GIACINTO OCCHIONERO
È difficile definire il confine tra figurazione e astrazione, a volte le suggestioni rimandano a un paesaggio geologico in cui si intravedono stratificazioni di colore che rievocano i quattro elementi naturali, in altri casi sembrano apparire occhi, allusioni a visioni erotiche e al contempo cosmiche. Nei lavori più recenti l’attenzione sembra puntare a rendere il senso del dinamismo delle forme attraverso l’accostamento raffinato di colori, a volte metallici, acidi oppure di estrema brillantezza quasi a voler cercare di conferire un ordine a un sistema in continua mutazione, libero e senza limiti. Le superfici si fanno preziose, splendenti come mosaici, suscitando un approccio prima di tutto sensoriale con l’opera d’arte e poi mentale. Non si tratta solo di un astrattismo riletto alla luce di materiali e tecniche attuali, ma anche onirico. Quando il dialogo tra figurazione e astrazione si fa più stretto, emerge un carattere surrealista, come in Neck Bottle Head, un vortice di colori e forme dal forte carattere visionario.
‒ Antonella Palladino
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