Gli artisti ritratti da Giorgio Valentini in mostra a Fano
Una mostra molto festosa presenta decine di ritratti di artisti contemporanei, reinterpretati attraverso i loro stessi stili espressivi. Esordio espositivo sorprendentemente maturo di Giorgio Valentini, talento proveniente dal cinema d’animazione
Quant’è bello scoprire ogni tanto, nelle pieghe dell’Italia meno prepotente, polle di creatività inattesa, beneducata, felicemente trascinante. Succede per esempio a Fano, sulla pescosa costa marchigiana, di imbattersi in uno stupore rigenerante, una vera pesca miracolosa. Così i primi freddi invernali si accendono di colpo in una riscaldante fiammata d’avventura visiva, colorata e allegramente complice, quando nelle molte salette di Palazzo Bracci Pagani veniamo risucchiati nel campo di gioco di Giorgio A. F. Valentini (Fano, 1948), già storico e preziosissimo collaboratore di Bruno Bozzetto e intelligente animatore anche in proprio, che all’alba ludica dei suoi settant’anni si reinventa del tutto come pittore pirotecnico.
GLI ARTISTI INTERPRETATI DA VALENTINI
Fin troppo umile, benché tutt’altro che di primo pelo, Valentini ha lavorato in silenzio per quasi tre anni prima di decidere di proporsi al giudizio altrui come “artista” con una mostra personale. Già solo ciò lo qualifica come persona speciale. E ben vengano esordi tardivi e ponderati come questo, ce ne fossero. I suoi Contemporanei sognatori sono personaggi noti e notissimi dell’arte contemporanea, da lui messi in posa oltre il quadro di finestre che si aprono sui loro mondi personali, e chiamati a guardarci dritti negli occhi. Incontrare così Sonia Delaunay e Maurizio Cattelan, Max Ernst e Sandro Chia, Anselm Kiefer e Gino De Dominicis, Jenny Saville e Kazimir Malevich, Giosetta Fioroni e Henri Matisse, e potremmo andare avanti ancora a lungo, ci impegna in una kermesse di inaspettati rapporti stretti. Costoro ci guardano e ci considerano, mentre noi li guardiamo e cerchiamo di considerarli. Ma vincono loro; e noi non perdiamo, anzi; è un party dove ci divertiamo tutti.
LO STILE E LA TECNICA DI VALENTINI
Valentini lavora in modi innovativi. Dilata immagini fotografiche, le colora ad acrilici su tela o compensato o carta, aggiunge elementi fotocopiati, digitalizza, poi stampa in grande formato (anche 200 x 200 cm) su pannelli communication, o forex, tela, masonite, metallo, compensato, e ancora interviene, ritinteggia, modifica, e infine aggiunge dettagli in rilievo, sagomati su materiali diversi – e spesso si tratta giocosamente di nasi, ora in cartapesta e ora in argilla, che sporgono colorati e si spingono verso lo spettatore ad annusarlo con brio indiscreto. L’effetto è spettacolare e coinvolgente per tutti: gli esperti apprezzano le varie e adeguate interpretazioni espressive, i comuni visitatori adulti si sorprendono, i bambini si entusiasmano, tutti si divertono – e intanto imparano a distinguere Warhol da Haring, Pollock da Rothko, Pistoletto da Burri, Chagall da Picasso. L’insieme è sagace, fantasmagorico, accorto, didattico, spiritoso: serve altro?
– Ferruccio Giromini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati