Luca Pancrazzi e il paesaggio. Una mostra nel Chianti
Il paesaggio è un tema specifico e ricorrente nella ricerca artistica quarantennale di Luca Pancrazzi. Come testimoniato dalla mostra al Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga
![Luca Pancrazzi e il paesaggio. Una mostra nel Chianti](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Beirut-2012-olio-su-tela-cm-40x50-1-1024x827.jpg)
Paesaggio Ciclico Variato è un progetto espositivo, promosso dalla Fondazione Monte dei Paschi e dal Comune di Castelnuovo Berardenga, partito nell’autunno 2020. La mostra di Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961) è “un’operazione che si muove nello spazio e nel tempo della ricerca dell’artista” ‒ spiega la curatrice Michela Eremita all’interno del libro Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro ‒, “nello spazio, attraverso due sedi d’intervento, il Museo del Paesaggio e la Torre dell’Orologio; nel tempo, in quanto la riflessione verte sul suo passato e sul suo presente”. Un orizzonte ampio e sfaccettato che condensa una fenomenologia artistica, dal 1983 a oggi, tanto prismatica quanto lucida e coerente, fuori dal tempo.
![Luca Pancrazzi, Roma, 2012, grafite a acrilico su carta, cm 25x36](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Roma-2012-grafite-a-acrilico-su-carta-cm-25x36-1.jpg)
Luca Pancrazzi, Roma, 2012, grafite a acrilico su carta, cm 25×36
LA MOSTRA DI PANCRAZZI A SIENA
Gli spazi ridotti della sede museale hanno portato alla scelta del piccolo formato, con circa trenta opere rappresentative del percorso di Pancrazzi: una produzione non univoca nel linguaggio espressivo ma declinata in diversi medium (pittura, scultura, fotografia, disegno, installazione sonora). Per l’artista il paesaggio diviene pretesto, o meglio, testo dove poter enucleare il rapporto dell’uomo con se stesso e con il mondo che lo circonda: una questione legata sia alla rappresentazione ‒ come forma, ciò che fa parte della pratica artistica ‒ sia al rapporto intimo dell’essere umano con ciò che ha intorno, con l’ambiente, in una continua ricerca. Una linea del tempo che culmina poi nell’ultima realizzazione di Pancrazzi: l’opera sonora, nata in collaborazione con il compositore Mirko Zambelli, dal titolo Piove o no?. Collocata all’interno della Torre dell’Orologio, questa ricostruisce il territorio di Castelnuovo attraverso i suoi rumori, suoni, voci, note musicali; un paesaggio dunque quotidiano, partecipato, collettivo e non ideale, tratteggiato dagli abitanti e sintetizzato, sublimato dall’artista.
![Luca Pancrazzi, Città industriale, città ideale, 1994, cemento, colori acrilici, paraffina, lamiera zincata, cartone, cm 20x21x27](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Citta-industriale-citta-ideale-1994-cemento-colori-acrilici-paraffina-lamiera-zincata-cartone-cm-20x21x27.jpg)
Luca Pancrazzi, Città industriale, città ideale, 1994, cemento, colori acrilici, paraffina, lamiera zincata, cartone, cm 20x21x27
IL PAESAGGIO SECONDO PANCRAZZI
Da sempre per Pancrazzi il paesaggio, come genere, è analizzato come contesto in cui si sviluppa la ricerca sull’uomo e sulle modalità relazionali con l’ambiente, che sia urbano, agricolo o lavorativo. Pancrazzi non è pittore di paesaggi ma colui capace di proiettare la sua interiorità verso l’esterno: questo groviglio interiore forma l’insieme di linee e segni, i suoi paesaggi diventano spettatore e testimone di questo ribaltamento.
‒ Martina Marolda
![Luca Pancrazzi, Fantasma, 2012, olio su tela, cm 61x90](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Fantasma-2012-olio-su-tela-cm-61x90-1-768x522.jpg)
![Luca Pancrazzi, Fuori Registro (Arlas), 2015, acrilico su tela, cm 110x150](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Fuori-Registro-Arlas-2015-acrilico-su-tela-cm-110x150-1-768x564.jpg)
![Luca Pancrazzi, Paesaggio fuori scala, 1996, china su carta da proiezione e telaietto da diapositive, cm 5x5x6,5](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Paesaggio-fuori-scala-1996-china-su-carta-da-proiezione-e-telaietto-da-diapositive-cm-5x5x65-768x770.jpg)
![Luca Pancrazzi, Città industriale, città ideale, 1994, cemento, colori acrilici, paraffina, lamiera zincata, cartone, cm 20x21x27](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Citta-industriale-citta-ideale-1994-cemento-colori-acrilici-paraffina-lamiera-zincata-cartone-cm-20x21x27-768x855.jpg)
![Luca Pancrazzi, Proseguo, 2010, biro su cartoncino, cm 5,5x72](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Proseguo-2010-biro-su-cartoncino-cm-55x72-1-768x117.jpg)
![Luca Pancrazzi, Roma, 2012, grafite a acrilico su carta, cm 25x36](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Roma-2012-grafite-a-acrilico-su-carta-cm-25x36-1-768x556.jpg)
![Luca Pancrazzi, Senza titolo, 1978, china su carta, cm 13x19](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Senza-titolo-1978-china-su-carta-cm-13x19-1-768x527.jpg)
![Luca Pancrazzi, Beirut, 2012, olio su tela, cm 40x50](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/12/Luca-Pancrazzi-Beirut-2012-olio-su-tela-cm-40x50-1-768x620.jpg)
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