L’oro del mare. Maura Banfo in mostra a Torino

Una mostra delicata e profonda, quella che l'artista torinese Maura Banfo ha allestito nella galleria di Riccardo Costantini. Fra conchiglie, calle, bave di filo e il mare

Sempre presente nelle antiche Wunderkammern, tra i naturalia a rappresentare l’elemento acqua, la conchiglia accompagna diverse fra le opere esposte nella mostra personale di Maura Banfo (Torino, 1969) da Riccardo Costantini Contemporary.
Immagine simbolica della casa, microcosmo e rifugio naturale, luogo della cura di sé come il nido (altro elemento caro all’artista, che ad esso ha già dedicato una serie di opere) ma anche scrigno magico capace di contenere il mare, trova una controparte vegetale nella calla, pure presente in composizioni che accostano immagini, oggetti e materiali legati da sottili corrispondenze formali e allegoriche. Come diorama fotografici – e la fotografia è il medium che da tempo Banfo predilige nel suo rapporto con lo stare al mondo – scaturiti dalla necessità di comprimere lo spazio e il tempo durante la clausura pandemica, le opere in mostra invitano a un viaggio, esistenziale e poetico, attorno al mare e al suo immaginario potente. Sono esercizi di equilibrio praticati nell’attesa e nella ricerca di un senso, come occasione di rielaborazione di una residenza svolta a Palermo nel 2018.

Maura Banfo, Blue, 2021, stampa fine art su carta cotone, cm 18x13, ed. di 3

Maura Banfo, Blue, 2021, stampa fine art su carta cotone, cm 18×13, ed. di 3

LA CONCHIGLIA, LA CALLA E L’ORO DEL MARE

Il mare va semplicemente ascoltato, riempie ed esonda l’orizzonte, eppure è capace di racchiudersi in una conchiglia. L’ascolto è la sua prima lezione, quella che conduce all’oro. Un oro metaforico”, scrive la curatrice Olga Gambari nel suo testo di presentazione della mostra.
Tra le serie esposte spicca quella dedicata al bisso, anche detto oro del mare, bava di filo prodotta dalle valve della Pinna Nobilis, anticamente usato per realizzare un tessuto preziosissimo e raro. “La sua raccolta è una pratica femminile antica e sacra, che si tramanda come un sapere magico per iniziate. Lo stesso tipo di raccolta, e di cura, che Maura porta avanti da anni, quel suo porsi in ascolto del mondo delle piccole cose, di una realtà panica e superiore che si manifesta attraverso di esse”.
Qui la foglia d’oro sublima i neri quasi pittorici della stampa fotografica o impreziosisce di forme organiche piccoli carnet, che di nuovo alludono a un viaggio intimo e tuttavia respirano di orizzonti più ampi.

– Emanuela Termine

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Emanuela Termine

Emanuela Termine

Emanuela Termine (Roma, 1978) è storica dell’arte e curatrice. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sulle relazioni fra arte e architettura in Italia tra gli Anni Cinquanta e Settanta. Fino al…

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