Parole smarrite e resuscitate. La mostra di Sabrina D’Alessandro a La Spezia
Al CAMeC di La Spezia è protagonista la ricerca di Sabrina D’Alessandro, avviata nel 2009 con la creazione dell’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite)
La mostra di Sabrina D’Alessandro (Milano, 1975) permette al fruitore di contemplare la forte realtà fisica e la pregnante contemporaneità che le parole resuscitate dall’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite) ancora rivestono nella quotidianità, nonostante siano state nel tempo quasi dimenticate. L’URPS evidenzia come da tali parole silenti e neglette si possano animare disparati dialoghi e azioni partecipative della collettività, attraverso cui tutti possono non solo riappropriarsi di questi termini, ma anche condividere momenti e valori comuni.
LA MOSTRA DI D’ALESSANDRO A LA SPEZIA
La mostra si apre con le Parole parlanti, dove i termini sono presentati come dipinti, che possono essere ascoltati per carpirne l’essenza, divenendo così assidui al loro significato grazie alla ripetizione. Accanto a queste sono presenti anche le parole non ancora resuscitate, che testimoniano come il lavoro dell’URPS non sia improvvisato, ma frutto di una lenta meditazione e gestazione. Infatti, ogni parola acquista un nuovo senso e una nuova vita proprio grazie alla rielaborazione artistica, reificandosi in diversi manufatti. Alcune parole dunque divengono dipinti parlanti, altre invece si trasformano in sculture, come il Farlingotto di Siena che insegna a tacere in diverse lingue e invita all’interazione giocosa.
PAROLE E GIOCO NELLE OPERE DI D’ALESSANDRO
Il visitatore può anche intrattenersi al gioco della campana con la parola Redamare, un altro ludus serius con cui apprendere il significato del termine, divertendosi. In alternativa, ci si può dilettare a conoscere una delle personalità ritratte dall’artista nelle sue opere oggetto, quale l’Almanacco fanfalucco, oppure partecipare al sondaggio sulla parola che meglio descrive l’uomo contemporaneo (XVI Censimento Peculiare). Nell’ultima sala espositiva sono proiettati dei video che testimoniano le molteplici possibilità artistiche, performative e partecipative di queste parole resuscitate e restituite alla collettività, reinserite materialmente all’interno del tessuto sociale. Lungo il corridoio di uscita, infine, sono presentate delle illustrazioni derivate dal libro dell’artista (Il libro delle Parole Altrimenti Smarrite, Rizzoli 2011), che rielaborano nel linguaggio figurativo il valore semantico delle parole resuscitate.
‒ Elia Baroni
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