Biennale Arte 2022. Shubigi Rao rappresenta il Singapore a Venezia
Verte sui libri, intesi come strumento di divulgazione di idee e conoscenza, il progetto espositivo pensato dall’artista Shubigi Rao e la curatrice Ute Meta Bauer per il Padiglione Singapore per la 59. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia. Per la prima volta il Paese asiatico presenta a Venezia un team guidato da donne
Si intitola Pulp III: A Short Biography of the Banished Book il progetto che il Padiglione del Singapore presenterà alla prossima Biennale Arte di Venezia, in programma dal 23 aprile al 27 novembre 2022 e a cura di Cecilia Alemani. Pulp III, che si terrà negli spazi dell’Arsenale, vedrà per la prima volta al lavoro, nella storia del Padiglione del Singapore, un team guidato da donne, ovvero l’artista Shubigi Rao e la curatrice Ute Meta Bauer.
IL PADIGLIONE SINGAPORE ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
Pulp III: A Short Biography of the Banished Book rappresenta una tappa importante del decennale progetto che ha portato Shubigi Rao a esplorare la storia dei libri, intesi come strumento attraverso i quali tramandare e divulgare idee e conoscenza, fino ad arrivare a concetti, luoghi e strumenti ancora più ampi, come la censura, le biblioteche, la stampa, la libertà di espressione, la privacy, l’informazione cartacea e online. La mostra assumerà quindi “la forma di un libro, un film e un labirinto di carta”, sottolineano gli organizzatori, e affronterà anche il tema delle lingue in via di estinzione, del futuro delle biblioteche pubbliche, narrando inoltre la storia di antichi centri della stampa, tra cui Venezia e Singapore. “Le storie nel progetto ‘Pulp’ rappresentano diverse forme di coraggio, nell’azione, nel discorso, nella documentazione e nella condivisione”, spiega Shubigi Rao. “Queste storie rivelano inoltre anche le forme di resistenza nella stampa, e di vite vissute circondate dai libri”.
BIENNALE DI VENEZIA 2022. IL PADIGLIONE SINGAPORE SPIEGATO DALLA CURATRICE UTE META BAUER
“Al centro di questo Padiglione è la domanda su cosa significhi effettivamente una storia del libro bandito”, spiega la curatrice Ute Meta Bauer. “Shubigi Rao utilizza il libro e l’immagine in movimento come strumenti di comunicazione per narrare parti della storia che sono state spesso oscurate deliberatamente da chi detiene il potere. La ricerca artistica è profondamente interessata ai ‘custodi’ della cultura, delle storie, dell’identità, e il linguaggio diventa così un luogo per proteggere e anche lamentare ciò che è perduto. In un momento in cui il mondo sta vivendo una grande perdita – non solo in termini di vite umane a causa della pandemia, ma anche di forme e stili di vita perduti a causa della crisi climatica – la mostra al Padiglione vuole promuovere il valore della persistenza, per vivere insieme in modo produttivo e significativo”.
– Desirée Maida
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