Natura e antropologia nella mostra di Elisa Montessori a Roma

La mostra di Elisa Montessori negli ambienti della galleria Monitor a Roma parte dalle carte topografiche per sovvertire spazio e tempo

Dalla prospettiva aerea della mappa alla percezione visiva-tattile ravvicinata. Aggirandoci all’interno di un bosco siamo letteralmente circondati dalle piante, le sfioriamo o addirittura le afferriamo, con gli occhi e con le mani. Partendo dalle carte topografiche di una delle figlie, architetta, Elisa Montessori (Genova, 1931) fa germogliare sulla superficie dei fiori “il motivo decorativo per eccellenza”, sovvertendo la spazialità rigorosa e razionale della mappa.
Le opere di Montessori presentano una serie di polarità. Il focus non è mai centrale, ma si dipana in un dialogo tra due punti. Le superfici ideate dall’artista vivono nell’interpretazione di chi le osserva, le naviga “fluttuando” con lo sguardo. Sono superfici “aperte”, sospese tra scrittura e immagine, tra segno grafico e impressione tonale (macchia), strutturate secondo una logica aggregativa. Sono mappe senza traiettoria, che riverberano un pianeta in cambiamento ‒ sempre più risucchiato dal digitale ‒ e una società sradicata, sempre più globale: “Quando prendiamo un aereo da Londra a Dubai non abbiamo idea del territorio che stiamo attraversando“, evidenzia l’artista.

Elisa Montessori. Piante e Fiori (Moralità boschiva). Exibition view at Monitor, Roma 2021. Courtesy l'artista & Monitor, Roma Lisbona Pereto. Photo credit Giorgio Benni

Elisa Montessori. Piante e Fiori (Moralità boschiva). Exibition view at Monitor, Roma 2021. Courtesy l’artista & Monitor, Roma Lisbona Pereto. Photo credit Giorgio Benni

LA MOSTRA DI ELISA MONTESSORI A ROMA

Un’idea di apertura-chiusura informa la mostra e, in generale, il lavoro di Montessori: “I libri si aprono, si sfogliano e poi diventano segreti nella chiusura, i rotoli di pergamena si devono dispiegare altrimenti non è possibile indovinarne contenuto e narrativa. Allo stesso modo, la mappa si può piegare su se stessa, ridurre a fisarmonica per farla diventare tascabile. Non a caso il libro, il rotolo di carta e la mappa sono le componenti dell’esposizione da Monitor, che si articola in risposta alla raccolta di poesie Due punti di Wislawa Szymborska. Il titolo, Moralità boschiva, ricalca infatti uno dei componimenti di Szymborska e suggerisce una modalità di rappresentazione esplorativa e furtiva, che rivela il percorso solo a tragitto concluso; una rappresentazione che in itinere si ancora all’essenza delle cose, enfatizzando il loro tessuto relazionale, l’insieme-bosco.

Elisa Montessori, Erbario, 1978, china, piante e erbe secche su carta, 17 elementi, 35x35 cm. Courtesy l'artista & Monitor, Roma Lisbona Pereto. Photo credit Giorgio Benni

Elisa Montessori, Erbario, 1978, china, piante e erbe secche su carta, 17 elementi, 35×35 cm. Courtesy l’artista & Monitor, Roma Lisbona Pereto. Photo credit Giorgio Benni

L’ARTE SECONDO ELISA MONTESSORI

Consideriamo un albero“: se ci si avvicina fino a un palmo dal naso, “cosa vediamo?”, chiede Montessori. La risposta è una forma astratta, estrapolata dal contesto complessivo, una porzione di mondo. L’osservazione parte quindi sia dalla realtà ‒ ricolma di input, suggestioni, figuratività ‒ sia dalla dimensione mentale, poetica ed emozionale: il risultato è un rigoglio fertile, una parcellizzazione di segni minimali che a volte si riconoscono come impronta immanente, altre volte si emancipano, trascendendo qualsiasi forma di riconoscimento e identificazione. Ciò che interessa l’artista non è l’ideologia bensì la qualità di ciò che si comunica, in una speculazione che cuce un rapporto solidale tra l’identità e il cosmo, di piena adesione e compenetrazione tra l’uomo e l’ambiente che lo accoglie. “I fiori possono sembrare un soggetto felice ma non lo sono, la situazione pandemica ci mostra come la natura sta cercando di espellerci”, dice l’artista. Il fiore diventa così riflessione mortifera, monito.

Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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