Il coming out in bianco e nero di Sunil Gupta a Roma
A Roma va in scena la prima mostra personale italiana di Sunil Gupta, che, negli spazi di Matèria Gallery a San Lorenzo, sembra però perdere il fervore del coming out dei suoi scatti epocali
La ricerca identitaria, fra tematiche gender e razziali, di Sunil Gupta (New Delhi, 1953) arriva a Roma con Emerge in to light, nell’allestimento di due lavori cruciali: Christopher Street (1976) e From Here to Eternity (1999). Erano gli Anni Settanta e il fermento del Greenwhich Village si respirava nelle tensioni in strada, sui volti e nei corpi dei manifestanti: ecco che l’obiettivo da insider di Gupta ‒ che dall’India e poi dal Canada si ritrovava nella multiforme New York ‒ esaltava un nuovo potenziale del ritratto fotografico.
LA MOSTRA DI SUNIL GUPTA A ROMA
Nell’allestimento da Matèria Gallery, però, le foto in bianco e nero di Christopher Street, che ne decretarono il “coming out” d’artista, si traducono in una mera documentazione, tradendo lo spirito di contestazione di quella “scrittura di luce” che vorrebbe riemergere nell’anacronistico presente. Esposta come una variopinta installazione sulla solitudine emotiva ed etica degli ammalati di HIV “in un contesto di commercializzazione sfacciata della sessualità”, la retrospettiva di From Here to Eternity diviene una forzata esteriorizzazione del percorso artistico e introspettivo dell’artista.
– Rossella Della Vecchia
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