Come sarà il Padiglione Italia di Gian Maria Tosatti alla Biennale Arte di Venezia
“Storia della notte e destino delle comete”: questo è il titolo del Padiglione Italia alla 59esima Biennale Arte di Venezia. Si è conclusa pochi minuti fa la presentazione del progetto realizzato da Gian Maria Tosatti con la curatela di Eugenio Viola
Dopo lunghi mesi di polemiche (anche a seguito della nomina di Tosatti a direttore artistico della Quadriennale di Roma) e plausi per l’assegnazione a Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) del ruolo di unico artista del Padiglione Italia curato da Eugenio Viola alla 59esima Biennale Arte di Venezia, curatore e istituzioni hanno rotto gli indugi, annunciando titolo e temi di un progetto “di natura immersiva”, come lo ha definito Onofrio Cutaia, Commissario del Padiglione Italia e Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
IL PADIGLIONE ITALIA DI TOSATTI ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Storia della notte e destino delle comete, questo il titolo dell’intervento di Tosatti nell’ambito della kermesse lagunare guidata da Cecilia Alemani, segna un nuovo capitolo della collaborazione decennale tra l’artista ed Eugenio Viola ‒attuale direttore del MAMBO di Bogotà ‒, culminata nell’ultima mostra curata da Viola al Madre di Napoli nel 2016. Un capitolo che potrà contare su risorse finanziarie di tutto rispetto: ai 600mila euro messi in campo dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura si aggiungeranno un milione e 450mila euro derivanti da soggetti privati che hanno scelto di sostenere il progetto ‒ Sanlorenzo e Maison Valentino saranno i main sponsor del Padiglione. L’intervento di Tosatti ben si innesterà nelle linee tracciate da Alemani per la Mostra internazionale, chiamando in causa l’idea di “possibili convivenze”, come sottolineato da Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia, e di sostenibilità, con lo sguardo rivolto al futuro in un’epoca nel quale il domani è minacciato dagli effetti della pandemia e dai sinistri venti di guerra che stanno spirando in queste settimane.
LE PAROLE DI VIOLA E DI TOSATTI
Al curatore Eugenio Viola è spettato il compito di illustrare le linee guida di un Padiglione che si preannuncia complesso, come il momento storico al quale stiamo prendendo parte. “Il titolo si riferisce a un presente incerto e metapandemico. Ci siamo chiesti come l’arte potesse riflettere su questi scenari incerti e parlare dell’ambiente e del territorio”, ha dichiarato Viola. L’esito sarà un “lavoro dalla irriducibile sintassi teatrale, che inizia con un prologo in sordina e si sviluppa in due atti scanditi dal nome stesso del progetto”. Fino a raggiungere l’epifania finale. Il primo atto – la storia della notte ‒ “ripercorre metaforicamente l’ascesa e la caduta del sogno industriale italiano e prepara alla visione finale, il destino delle comete, una visione palingenica e catartica”, che tuttavia offre “uno sguardo propositivo sul presente. L’ottimismo in questi tempi deve essere una necessità etica”, ha precisato Viola. Da Ermanno Rea a Roberto Saviano, non mancheranno i consueti riferimenti letterari nell’intervento di Tosatti, con l’obiettivo di instillare nel visitatore più domande di quante affollassero la sua mente prima di varcare la soglia del Padiglione, a riprova, come specificato da Viola, di non voler assumere una “posizione decisa” rispetto alle riflessioni proposte. Riferendosi ai Motus, a Pasolini e ad Anna Maria Ortese, Tosatti ha individuato nell’arte uno “specchio crudele”, e nel suo Padiglione una sintesi di “cosa non siamo stati capaci di diventare fino a oggi e del coraggio di diventare ciò che dovremmo”.
‒ Arianna Testino
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