Guerra Russia-Ucraina. Team del Padiglione ucraino blocca i lavori per la Biennale di Venezia

L’artista Pavlo Makov e i curatori Lizaveta German, Maira Lanko e Borys Filonenko hanno annunciato, indipendentemente dalla posizione del Ministero della Cultura ucraino, di non proseguire con l’organizzazione della mostra in programma a Venezia. “Al momento, non siamo in grado di continuare a lavorare al progetto del Padiglione a causa del pericolo per le nostre vite”

L’invasione russa dell’Ucraina, partita nella notte tra il 23 e il 24 febbraio dopo mesi di tensioni, sta avendo ripercussioni non solo dal punto di vista politico, militare ed economico a livello globale, ma anche nel mondo delle arti e della cultura. Come scrive Giulia Giaume in questo articolo, infatti, “la Russia – avevano avvertito gli Stati Uniti, con una lettera formale all’ONU – avrebbe pronta da tempo una lista di cittadini ucraini da imprigionare o uccidere con il procedere dell’invasione, con (stando al ‘New York Times’) annesse previsioni di torture e rapimenti. I target sarebbero attivisti anti-russi e anticorruzione – inclusi dissidenti russi e bielorussi con base in Ucraina – come anche giornalisti, membri di minoranze etniche/religiose e della comunità LGBTQ e gruppi di artisti e musicisti che fin dalla prima invasione boicottano culturalmente la vicina federazione”. Intanto tantissime persone sono in fuga da Kiev o si rifugiano nelle metropolitane, mentre le truppe di Putin stanno attaccando proprio la capitale. In questo drammatico scenario, un messaggio forte di denuncia arriva dal mondo dell’arte, e in particolare dagli organizzatori del Padiglione Ucraino alla prossima Biennale Arte di Venezia, in programma dal 23 aprile al 27 novembre 2022. Sul profilo Instagram del Padiglione dell’Ucraina, infatti, l’artista Pavlo Makov e i curatori Lizaveta GermanMaira Lanko e Borys Filonenko hanno firmato un comunicato stampa con il quale annunciano di avere sospeso i preparativi per la mostra, specificando come questa decisione non rappresenti “la posizione e le intenzioni del Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina, ma una posizione personale del team dietro al Padiglione”.

L’UCRAINA SOSPENDE I LAVORI PER IL PROPRIO PADIGLIONE A VENEZIA

“L’Ucraina è stata invasa. La Federazione Russa ha attaccato una pacifica nazione indipendente dell’Ucraina. Le nostre vite, le vite dei nostri cari e tutto ciò che rappresentiamo – pace, libertà, democrazia, cultura – sono state messe in pericolo”, si legge nella dichiarazione. “Il nostro team è sparso per tutta l’Ucraina: Kharkiv, Kiev, Leopoli. Abbiamo anche un membro del team fuori dall’Ucraina. Al momento della pubblicazione di questa dichiarazione, non siamo in pericolo, ma la situazione è critica e cambia ogni minuto. Al momento, non siamo in grado di continuare a lavorare al progetto del Padiglione a causa del pericolo per le nostre vite. Tutti i voli internazionali da e per l’Ucraina sono cancellati. Viaggiare in giro per il paese è rischioso”. Nonostante la situazione, il team del Padiglione si dichiara “determinato a rappresentare l’Ucraina alla Biennale di Venezia, ma non dipende tutto da noi. Se la situazione cambierà, e sarà sicuro continuare il nostro lavoro e viaggiare, saremo a Venezia. Non possiamo ancora confermare che il nostro progetto sarà completato, ma possiamo promettere che faremo tutto il possibile per salvare un’opera d’arte unica prodotta da Pavlo Makov e dal nostro team appositamente per la prossima Biennale per rappresentare l’Ucraina alla scena artistica contemporanea internazionale nel modo in cui merita”.

L’APPELLO DEL PADIGLIONE UCRAINA ALLA COMUNITÀ ARTISTICA INTERNAZIONALE

Il comunicato termina con un appello rivolto alla comunità artistica internazionale: “chiediamo alla comunità artistica internazionale di utilizzare tutta la nostra influenza per fermare l’invasione russa dell’Ucraina. Le armi possono ferire i nostri corpi, ma la cultura cambia le nostre menti. Questa guerra è uno scontro di civiltà: un mondo libero e civile è attaccato da quello barbaro e aggressivo. Se continuiamo a essere osservatori passivi della situazione, perderemo tutto ciò per cui lavoriamo e tutta l’eredità dei nostri predecessori: arte, amore, libertà di espressione e capacità di creare. Sostenete l’Ucraina in questo momento difficile”.

Fountain of Exhaustion. Exhibition Pavlo Makov. The Fountain in the Andrey Sheptytsky National Museum in Lviv 2017. Courtesy of the Ya Gallery Art Center

Fountain of Exhaustion. Exhibition Pavlo Makov. The Fountain in the Andrey Sheptytsky National Museum in Lviv 2017. Courtesy of the Ya Gallery Art Center

IL PADIGLIONE UCRAINA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022

Per la prossima Biennale di Venezia, l’Ucraina avevo scelto come suo artista rappresentante Pavlo Makov con The Fountain of Exhaustion, opera del 1995 che consiste in una installazione scultorea in cui l’acqua fuoriesce da una serie di imbuti in bronzo e appesi al muro. L’opera a breve sarebbe stata trasportata a Venezia, ma lo scoppio della guerra e il conseguente blocco dei voli dall’Ucraina ne ha bloccato la spedizione.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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