All’ombra delle province silenziose. La mostra di Eugenio Tibaldi a Napoli

Con il suo nuovo progetto alla Galleria Umberto Di Marino, Eugenio Tibaldi ci porta nella sonnolenza della provincia italiana

Intitolata nostalgicamente Balera (pista da ballo popolare che fa pensare a luoghi provinciali e secondari e periferici e marginali e sospesi, ormai umbratili della memoria), questa nuova e avvincente mostra di Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) organizzata alla Galleria Umberto Di Marino è l’ennesima riprova di un cammino intenso, attento a calibrare l’immagine del pensiero, a costruire strutture dalle molteplicità coesistenti.
Tibaldi è ormai un gigante dell’arte italiana: a farcelo intendere forte e chiaro non è soltanto una metodologia camaleontica capace di cambiare in base ai luoghi o agli strati della cultura coinvolti nel suo denso macchinario linguistico, ma anche la effervescenza di un approccio che si trasforma in percorso visivo sempre più attento al coinvolgimento attivo dello spettatore, alla stratificazione di storie che assorbono e mettono in gioco l’occhio (il pensiero) del pubblico.

Eugenio Tibaldi. Balera. Exhibition view at Umberto Di Marino Gallery, Napoli 2021. Photo Danilo Donzelli

Eugenio Tibaldi. Balera. Exhibition view at Umberto Di Marino Gallery, Napoli 2021. Photo Danilo Donzelli

IL PROGETTO BALERA DI EUGENIO TIBALDI

Nel 2021 Eugenio Tibaldi ha realizzato dei progetti davvero grandiosi e a pieno titolo possiamo riconoscergli – come già fatto su queste pagine – la medaglia d’oro del miglior artista italiano: Architetture dell’isolamento (alla Tenuta dello Scompiglio), Temporary Landscape. Erbari, mappe, diari (al PAV di Torino) sono i suoi due disegni speciali a cui vanno sommati anche Anthropogenic Connection (allo Zoma Museum di Addis Abeba) e Notturno con figura (alla Galleria Nazionale di Roma) del 2020.
Nati per il Museo Michetti (nel 2019) da una visione interstiziale, da una riorganizzazione che è prima di tutto una formazione, da uno zig-zag che si insinua “fra” e che coglie in velocità le relazioni percepibili con un processo balbettante, da una condizione marginale, lontana da tutto e posta come in un limbo, Balera è un racconto che si nutre di racconti, uniti da uno sguardo affilato e aggrovigliati tra loro per dar vita a composizioni plastiche dove la cultura si fonde e diventa paesaggio per ridefinire i luoghi in cui siamo nati.
Ogni lavoro in mostra (tre sono le installazioni e tre i progetti correlati) è rappresentato infatti da tante storie, da una narrazione plurima: il ventilatore con le strisce di alluminio, ad esempio (Più là che Abruzzi_4, 2019), rappresenta il mondo di una persona che racconta la sua vita in Abruzzo, il suo paradiso (la brezza che accompagna i suoi giorni distratti) e la sua prigione: questo suo sopravvivere si interseca a quello di una donna che racconta del suo matrimonio e a quello di un sessantenne single che vive seduto al tavolo della cucina in un’attesa, in una livida frustrazione che fa pensare a Giovanni Verga, in un limbo, in una solitarietà rotta soltanto da un’apertura verso l’esterno che si può instaurare virtualmente, mediante i social.

Eugenio Tibaldi. Balera. Exhibition view at Umberto Di Marino Gallery, Napoli 2021. Photo Danilo Donzelli

Eugenio Tibaldi. Balera. Exhibition view at Umberto Di Marino Gallery, Napoli 2021. Photo Danilo Donzelli

LA PROVINCIA SECONDO TIBALDI

Corredi di provincia, sentimenti d’abbandono o frammenti di vite vissute con la consapevolezza d’aver tradito certe aspettative, sono marinati dall’artista per disegnare una visione drammatica dove anche la natura cresce – matrigna, crudele, incurante – per invischiare, otturare, intrappolare l’individuo in un discorso sociale distante, marginale, finanche assente.
Tibaldi con Balera plasma una nuova e impareggiabile meraviglia (la prima versione del progetto è stata presentata in occasione della personale Più là che Abruzzi a cura di Simone Ciglia), che nel meravigliare punge lo sguardo, asciuga la gola, ci porta nella crudezza della disperazione.

Antonello Tolve

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

Scopri di più