A Lugano inaugura il nuovo spazio di Renato Folini, gallerista e collezionista
“Natura-Struttura” è il titolo della mostra che inaugura la home gallery di Renato Folini a Lugano. Un gallerista con la passione per il collezionismo
“Sono diventato gallerista, ormai quasi trent’anni fa, per avere la possibilità di essere un collezionista”: così si racconta Renato Folini, in occasione dell’apertura del suo nuovo spazio a Lugano. Il suo curriculum può vantare mostre di Vedova, Perilli, Burri, Hartung, De Dominicis. L’esposizione inaugurale, la prima di un binomio intitolato Natura-Struttura, ospita i lavori di sette artisti.
GLI ARTISTI IN MOSTRA DA FOLINI ARTE
Doveroso iniziare da Paolo Gioli, venuto a mancare mentre era già in corso la mostra, che presso Folini Arte aveva tenuto due mostre personali, nel 2004 e nel 2007. Con le sue manipolazioni ottiche che coniugano carnalità e scansione meccanica, Gioli offre un mirabile esempio del connubio problematico e del rapporto dialettico tra istanze corporee e interferenze meccaniche e tecnologiche. I lavori di Vincenzo Cabiati sviluppano poi questo confronto giocando al confine fra trasparenza e definizione, le stampe fotografiche di Cosimo Filippini rintracciano nel dato naturale motivi scultorei o grafici, i dipinti di Debora Hirsch sottolineano l’aspetto arcano di una natura digitalizzata, Francine Mury coniuga la disciplina pittorica al fluire cosmico. I paesaggi arborei di Valentina D’Amaro restano sospesi in una dimensione metafisica, quelli di Roberto Fanari si delineano sull’orlo della loro sparizione. Il secondo tempo del progetto espositivo proporrà lavori di Italo Valenti, Giuliano Collina, Domenico D’Oora, Marco Grimaldi, Luca Mengoni, Jaime Poblete.
NATURA E STRUTTURA IN MOSTRA A LUGANO
In tutte queste opere, attraverso continui rimandi che si propagano nei tre ambienti della home gallery, come nel catalogo il curatore Roberto Borghi ci invita a fare, “cerchiamo di scorgere la struttura in immagini che ci mostrano la natura, e la natura là dove si impone visivamente la struttura”.
‒ Alberto Mugnaini
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