Pezzi di ricambio e pittura. La mostra di Daniel Knorr a Napoli
La pittura di Daniel Knorr guarda al mondo dell’industria e alla sua automazione per parlare di desiderio. Nell’ambito di un progetto che da Basilea raggiunge la galleria Fonti di Napoli
Una Cadillac smontata nei suoi 33 panelli costitutivi e allestita sulle pareti della prima sala della galleria Fonti di Napoli e, nella seconda, una Smart, ricomposta nel suo aspetto ideale di veicolo. Entrambe le opere, risalenti al progetto Laundry, realizzato da Daniel Knorr (Bucarest, 1968) per Basel Unlimited nel 2019, assemblano e dis-assemblano una relazione profonda e tutto sommato oscura: quella tra l’oggetto idealizzato e la meccanica del desiderio.
DANIEL KNORR DALLE MACCHINE ALLA PITTURA
Con Laundry del 2019 Daniel Knorr indagava un rapporto ambiguo ma profondo: La “pulizia” dell’ideale di fabbrica, del modello industriale, contrapposta a tutta l’inevitabile “contaminazione” nel momento della sua immissione nel circuito sociale, fatto di desideri, piccoli o grandi egoismi, astuzie pubblicitarie e obsolescenze programmate. Knorr trasformava un macchinario per autolavaggio in congegno creativo automatizzato. Le tele che venivano fuori da questo processo erano tutt’altro che pulite, ma sporche in senso tecnico (la pittura sporca la tela) eppure tornavano vergini, intonse, come appena uscite dalla lavatrice o da un grembo materno motorizzato.
LA MOSTRA DI KNORR A NAPOLI
Un atto di pulizia inversa che viene amplificato dai colori brillanti, come giochi di luce sulle bolle di sapone industriale e sulle carrozzerie metallizzate delle auto. Questa mostra, mantenendone l’approccio concettuale, focalizza il senso più intimamente pittorico, ostensivo (quasi da Iconostasi bizantina) di quell’originario progetto. “Sporco” vs “Pulito” “Idea” vs “Desiderio” non sono più solo forze catturate nella loro contrapposizione dinamica, ma mostrate ora come categorie visive complesse e pienamente fruibili in forma di oggetto e superficie pittorica.
‒ Emanuele Leone
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