Colore ed emotività nella mostra di Hermann Nitsch a Milano
Ci sono anche le più recenti opere pittoriche di Hermann Nitsch nella mostra curata da Lòrànd Hegyi alla galleria Gaburro di Milano. Un’occasione per riscoprire il maestro dell’Azionismo
Divisa idealmente in due sezioni, Hermann Nitsch. Dall’Azionismo alla pittura si configura come un’esperienza mitica e psicologica che fa leva sulla fisicità del colore e sul forte impatto emozionale e sensoriale dell’esperienza estetica.
LA MOSTRA DI HERMANN NITSCH A MILANO
Le prime opere in mostra alla Galleria Gaburro a Milano, risalenti all’iniziale fase artistica di Hermann Nitsch (Vienna, 1938), sono legate alla programmazione del Teatro delle Orge e dei Misteri: si tratta di tele di grande formato che descrivono l’impulsività di un gesto concreto. Il colore, quasi sempre il rosso (inevitabilmente correlato al concetto di sangue e sacrificio) è spalmato con irruenza sulla superficie, fatto colare verticalmente, mischiato a residui di frutta e verdura, raggrumato. Fiori e paramenti sacri, che accompagnano alcune delle opere esposte, sottolineano la dimensione rituale intrinseca all’operato di Nitsch, che pensa al proprio mestiere come a un atto sacrificale.
NITSCH E LA PITTURA
Appare chiaro che la pittura è solo uno dei tanti linguaggi espressivi di cui si serve l’artista per rappresentare quei caratteri archetipici collettivi della spiritualità che confluiscono in un’unica opera d’arte totale.
Il cuore della mostra, però, è costituito dai lavori dell’ultimo periodo, intimamente connessi agli studi freudiani sull’influenza del colore sulla psiche e in grado di restituirci un Nitsch inedito. Esplode un colorismo esuberante, quasi irriconoscibile, segnato da una pregnante volontà di rinascita e gioia espressiva.
‒ Giulia Pacelli
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