Una riflessione sulla vita nella mostra di Sara Basta a Roma
Negli ambienti storici e recuperati dell’ex pastificio Cerere di San Lorenzo, l’artista romana Sara Basta dà forma e suoni alla memoria
![Una riflessione sulla vita nella mostra di Sara Basta a Roma](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-n.3-il-Fantasma-2021-dalla-serie-Antenate-stampa-fine-art-60x80-cm-1024x768.jpg)
La mostra di Sara Basta (Roma, 1979) è un viaggio nella psiche, duro ma necessario. Le sale dell’ex pastificio Cerere ne potenziano la comprensione e fanno vibrare corde personali e collettive. Il cammino verso l’inconscio non s’avverte subito. Al pianterreno una serie fulminante di autoritratti all’acquerello eseguiti a occhi chiusi introduce a un ludico ambiente infantile che accoglie maschere di stoffa assemblate con altri oggetti e tendaggi combinati a creare un nascondiglio: materiale per una performance eseguita sul posto. Ma vecchie foto e scritti autobiografici distolgono dall’effetto gioioso e inducono il visitatore a una maggiore prudenza.
![Sara Basta, Mammacanguro, 2013, serie di 4 stampe fine art, 20x30 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Mammacanguro-2013-serie-di-4-stampe-fine-art-20x30-cm.jpg)
Sara Basta, Mammacanguro, 2013, serie di 4 stampe fine art, 20×30 cm
LA MOSTRA DI SARA BASTA A ROMA
Nelle viscere dell’edificio, laddove un tempo lavorava il mulino, il senso tragico della vita, annunciato dalla nascita e prefigurato dalla fine, affiora alla coscienza. Le opere ‒ autoscatti di maternità, stoffe e ricami di famiglia, autoritratti più scialbati, dolci voci ancestrali che risuonano nell’aria ‒ conducono a una dimensione mitica e sofferta e ricompongono l’interezza del percorso espositivo.
Come per altri artisti formatisi tra i due millenni – Sara è nata nel 1979 ‒, ogni esperienza privata può riecheggiare sentimenti comuni e la bella mostra lo testimonia con toccante intensità. Comunque sostenuta dalla tradizione, la Basta sembra muoversi, forse consapevolmente, tra l’Arte Povera, i pupazzi della Calì per Paolo Poli, le maschere larvali di Lecocq e le trame di Maria Lai, in una continuità che incanta, commuove e consola.
‒ Francesca Bottari
![Sara Basta, n. 1 Nonna, 2021, dalla serie Antenate, stampa fine art 60x80 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-n.-1-Nonna-2021-dalla-serie-Antenate-stampa-fine-art-60x80-cm-768x576.jpg)
![Sara Basta, Capanna, 2021, serie di 4 fotografie digitali proiettate, dimensione variabile](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Capanna-2021-serie-di-4-fotografie-digitali-proiettate-dimensione-variabile-768x576.jpg)
![Sara Basta, Fantasmino, 2019, still da video](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Fantasmino-2019-still-da-video-768x431.jpg)
![Sara Basta, Mammacanguro, 2013, serie di 4 stampe fine art, 20x30 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Mammacanguro-2013-serie-di-4-stampe-fine-art-20x30-cm-768x576.jpg)
![Sara Basta, n.3 il Fantasma, 2021, dalla serie Antenate, stampa fine art, 60x80 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-n.3-il-Fantasma-2021-dalla-serie-Antenate-stampa-fine-art-60x80-cm-768x576.jpg)
![Sara Basta, Quello che non vedo, 2020, dimensioni variabili](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Quello-che-non-vedo-2020-dimensioni-variabili-768x576.jpg)
![Sara Basta, Senza titolo, 2020, fazzoletto di lino ricamato, 15x15 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/03/Sara-Basta-Senza-titolo-2020-fazzoletto-di-lino-ricamato-15x15-cm-768x576.jpg)
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