Biennale Arte 2022 a Venezia: una rassegna dei padiglioni dei Paesi dell’Est Europa
Intimi e poetici, onirici e sperimentali: qui il racconto dei Padiglioni di Polonia, Romania, Serbia, Slovenia e Lettonia e delle ricerche che li animano
Nel pieno fermento della Biennale Arte 2022, che ha aperto le sue porte a partire dal 20 aprile per i giorni di preview riservati agli addetti ai lavori, abbiamo passato in rassegna i padiglioni di Giardini e Arsenale selezionando i più interessanti e i più curiosi che interpretano il macro tema della 59esima edizione, Il latte dei sogni. Dopo avervi raccontato le partecipazioni nazionali dei Paesi di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Paesi Scandinavi, trovate qui le mostre più suggestive dell’area dell’Est Europa, attraverso un racconto dei padiglioni di Polonia, Romania, Serbia, Lettonia e Slovenia.
– Giulia Ronchi
PADIGLIONE POLONIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
È Małgorzata Mirga-Tas l’artista scelta come unica rappresentante del Padiglione Polonia, presente alla Biennale di Venezia con un progetto tanto onirico quanto radicato alla realtà. Quello su cui ha lavorato, infatti, è una crasi figurativa tra storia e identità, oriente e occidente, simbolismo e indagine del reale. A partire dagli affreschi del Palazzo Schifanoia di Ferrara, l’artista ne ha riscritto la storia incentrandola sulla narrazione della popolazione rom, considerata la più grande minoranza esistente in Europa. Si tratta di 12 grandi patchwork che riempiono totalmente le pareti della sala raffigurando i mesi dell’anno, attraverso una costellazione di segni dello zodiaco, decani e allegorie. Reincantare il mondo, come dice il titolo della mostra: l’artista polacca ribalta così un paradigma della storia dell’arte europea, offrendoci una prospettiva inedita.
PADIGLIONE ROMANIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
L’amore, la violenza, il corpo, i sensi, i sentimenti, l’intimità, il sesso, la poesia, la tortuosa esplorazione della propria identità: tutti questi elementi si mescolano in un racconto corale trasmesso su più canali video all’interno del padiglione della Romania, Tu che sei un altro me. Una cattedrale del corpo, orchestrato da Adina Pintile. Una tematica che mette in luce la sfera emotiva e sentimentale, affrontata con estrema delicatezza e consapevolezza, oltre a dar voce – in modo audace, che sfida ogni sorta di convenzione esistente – alla fluidità di genere, all’omosessualità, alla disabilità fisica e alla ricchezza umana dei suoi protagonisti.
PADIGLIONE SERBIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
Essenziale e poetico: la Serbia si presenta alla Biennale Arte 2022 con un progetto incentrato sull’acqua come elemento che circonda la nostra realtà e che costituisce i nostri corpi. Walking with Water di Vladimir Nikolic è composto da due grandi installazioni video: da una parte l’orizzontalità del mare visto da un punto di vista frontale, dall’altra un nuotatore che percorre lo spazio di una piscina ripreso dall’alto, alternando corpo e tecnologia, reale e naturale, estremi opposti che compongono un unicum organico.
PADIGLIONE LETTONIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
La ceramica è la grande protagonista del Padiglione Lettonia ospitato all’Arsenale, in cui il duo artistico Skuja Braden (nato nel 1999 e composto da Ingūna Skuja, originaria della Lettonia e Melissa D. Braden, dalla California), ricrea lo spazio abitativo che condivide nella città lettone di Aizkraukle. Portare il domestico all’interno dello spazio pubblico, ma anche la stratificazione culturale e artistica attraverso gli oggetti: Selling Water by the River porta alla Biennale Arte 2022 una corposa installazione composta da più di 300 manufatti, che raccolgono un insieme tra le nuove opere e i lavori realizzati dalle artiste nel corso degli ultimi vent’anni.
PADIGLIONE SLOVENIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022
Il Padiglione Slovenia, rappresentato dalla mostra Without a Master di Marko Jakše, immerge lo spettatore in un ambiente onirico e sognante, pienamente in linea con il tema generale de Il latte dei sogni. In mostra, le ricerche pittoriche di oltre tre decenni dell’artista, che sulle tele genera mondi fantastici e distopici, popolati da figure bizzarre, corpi alieni e animali estinti (che fanno pensare alle rappresentazioni di Hieronymus Bosch, ma in chiave contemporanea), i quali prendono vita tra ritualità esoteriche e danze dionisiache. Ad ampliare la potenza della visione allucinata di questo ambiente è la sabbia finissima che cosparge il pavimento del padiglione, che si alza man mano che il visitatore prosegue nel percorso offuscandone parzialmente la vista.
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