Paesaggi e pittura nella mostra di Andrea Barzaghi a Roma
La sorprendente attualità del paesaggio con figura nelle opere pittoriche di un artista insieme lirico e analitico. Negli spazi di Francesca Antonini a Roma la poetica di Andrea Barzaghi
Andrea Barzaghi (Monza, 1988) dipinge un idillio naturale interminabile, in cui la figura umana, pur presente, quasi non si distingue tra creste frondose, stagni, fogliame.
Si tratta di un topos senza tempo (il “paesaggio con figura” risale a Giorgione prima che al “doganiere” Rousseau), ricco di richiami mitici e metafisici, oggi attualissimo in epoca di transizione ecologica e istanze neo-naturiste.
LA MOSTRA DI ANDREA BARZAGHI A ROMA
L’artista è abile nel trasporlo in pattern paesaggistici dalle sembianze pop, nei quali il lirismo serpeggia anziché dichiararsi. Sono lavori che, mentre ostentano analiticità, vibrano di note stranianti (le piante rosa o gialle) che sono psichedelia pura. Anche il modo di dipingere, strutturato per campiture piatte ma mosso, a ben guardare ricorda l’ultimo de Chirico.
La mostra si compone di due grandi dipinti, più tre carte. Si direbbe più consona al lavoro dell’artista la qualità spugnosa della tela che non la liscia saldezza della carta.
‒ Pericle Guaglianone
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati