L’Antropocene del duo artistico Bertozzi & Casoni in mostra a Trento
I tragici effetti delle azioni umane sulla natura sono il fulcro della mostra di Bertozzi & Casoni alla Galleria Civica di Trento. Tra opere monumentali e voluti richiami alla storia dell’arte
Con Bertozzi & Casoni ‒ il duo composto da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, 1957) e Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, 1961) ‒ siamo nell’Antropocene, era geologica contemporanea, e soprattutto specchio in cui la Natura mostra i danni del nostro modo di vivere. Le opere sono lì a testimoniare quanto abbiamo distrutto a livello biologico. Tutte le opere esposte sono realizzate in ceramica policroma, scelta per la sua durata nel tempo, nonostante la fragilità.
Nella mostra alla Galleria Civica di Trento ci sono precisi riferimenti a opere in ceramica provenienti dalle collezioni del MART di Rovereto, soprattutto a quelle di Fausto Melotti e Lucio Fontana. Ma se questi due capisaldi del Novecento hanno lavorato con la ceramica, altri artisti sono stati motivo di ispirazione, come Giorgio Morandi, Thomas Demand, Clegg & Guttmann e Adalberto Libera. Per Bertozzi & Casoni è naturale compiere scorribande nella storia dell’arte.
LA MOSTRA DI BERTOZZI E CASONI A TRENTO
Gli animali, le piante, i fiori, la spazzatura recuperata sono rifatti ossessivamente in ceramica con un’abilità sconcertante. Se gli oggetti sono allarmanti e desolanti, questi lavori producono una perfida e velenosa bellezza e sviluppano un senso estetico perverso che appaga.
È evidente che la visita della mostra è una discesa negli inferi in cui ormai si vive e Bertozzi accompagna il visitatore in questo “dignitoso declino”. Fra la cinquantina di lavori in mostra spiccano opere monumentali come Polar bear, Le cinque stagioni, Pinocchio, Ritratto (Mademoiselle Rivière) e Terra! che affiancano la serie di cassette postali, 13 buche, e un lavoro inedito
– Claudio Cucco
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