La pioniera della fluidità di genere Claude Cahun in mostra a Venezia
Il sodalizio artistico e amoroso tra Claude Cahun e la sorellastra Marcel Moore ispira la mostra alla galleria Alberta Pane di Venezia, che ospita anche un intervento di Marcos Lutyens
Claude Cahun, nata Lucy Renée Mathilde Schwob, (Nantes, 1894 ‒ Saint Helier, 1954), esponente del Surrealismo, fu un’artista che esplorò diverse discipline, dalla fotografia alla scrittura al collage fino alla scultura nonché al travestimento e alla performance, affrontando tematiche di grande attualità e ponendo al centro della propria indagine la ricerca continua di un’identità.
LA MOSTRA SU CLAUDE CAHUN A VENEZIA
La mostra I owe you ‒ Claude Cahun/Marcel Moore presso gli spazi della galleria Alberta Pane di Venezia presenta una serie esaustiva di libri, disegni e fotografie che raccontano la vita e l’opera di Claude Cahun e Marcel Moore, nel carattere doppio del loro sodalizio. Nelle sue opere Cahun espresse la volontà di non appartenere a un genere definito, ma anche l’esigenza di esprimere, attraverso il corpo, la propria diversità. Diversa perché ebrea, omosessuale, sofferente di anoressia e soggetta a continue crisi dovute al vivere in un sistema che la faceva sentire isolata. Claude Cahun ritrae se stessa declinandosi in identità mutevoli, annullando qualsiasi tratto che potesse richiamare un genere, maschile o femminile. Nel 1918 si innamorò della sorellastra Suzanne Malherbe, che poi divenne Marcel Moore, con cui strinse un sodalizio amoroso e artistico che durò per tutta la loro vita, tanto che firmarono le opere con le iniziali di entrambe, LSM, fondendosi completamente. In Avenux non avenus Cahun scrive: “Dio moltiplicandosi si è suddiviso all’infinito. Invano nell’universo noi cercheremo la sua somiglianza”.
L’OPERA DI MARCOS LUTYENS
In questa esposizione il lavoro di Claude Cahun è affiancato a quello di Marcos Lutyens (Londra, 1964), autore dell’opera Cahun Induction Score, che accompagna il catalogo realizzato in occasione della mostra. Lutyens, nelle sue esplorazioni attraverso esercizi di ipnosi, in cui coinvolge il pubblico, indaga gli stati più profondi della coscienza. L’artista fonde i confini tra scienza e arte, realtà e sogni. Lutyens è stato chiamato a concepire, nei due giorni dell’inaugurazione, una inedita induzione ipnotica che coinvolga il pubblico, come è tipico della sua pratica.
‒ Rebecca Delmenico
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