Svelare la pittura. La mostra di Flavia Albu a Milano
Si rivela e si nasconde la pittura di Flavia Albu, in mostra a Milano negli spazi di Golab Agency. In un ritmo che non smette di cambiare direzione
I dipinti di Flavia Albu (Suceava, Romania, 1991), in mostra nella sede della Golab Agency a Milano, invitano a riflettere sulla genesi, le potenzialità e i paradossi della rappresentazione. Come ci suggerisce il titolo dell’esposizione, The Vision trough, essi ci indicano le vicende di una pittura intesa come velario, cortinaggio, adombramento, una pittura che si svela nel momento in cui cela qualcosa al di là di essa, come se il punctum cruciale del suo mostrarsi restasse sempre nascosto, arretrato rispetto all’atto dell’esecuzione, come un fondo inaccessibile e sempre sfuggente.
LA PITTURA SECONDO FLAVIA ALBU
La conduzione dell’atto pittorico procede secondo una rastrelliera cromatica dalle gamme fredde e ombrate, con picchi di iridescenze riassorbite in un riflusso continuo del colore.
Il segno ora si profila docile e fibroso, scorrevole e fluente, come in Curtain (2017), per incresparsi in improvvisi viluppi, per attorcigliarsi e vibrare, per arruffarsi ed elettrizzarsi, come in Curtain 4 (2021).
Così come nelle sue installazioni si allude a battiti di ali, a frustate di energia, a folate di vento,
nel video presente in mostra, Untitled (2018), dei drappeggi leggerissimi palpitano e fluiscono secondo i medesimi ritmi: una marea eterea, strascichi di spume dai ritmi fruscianti sulla stessa lunghezza d’onda dei dipinti, tutto uno scorrere e uno stormire di forme che segnalano e certificano la presenza di un’oltranza e di un’invisibilità.
‒ Alberto Mugnaini
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