Corpo e spazio nella mostra di Loredana Longo a Palermo
La fisicità del corpo è protagonista nelle opere di Loredana Longo, che occupano lo spazio di FPAC a Palermo e, contemporaneamente, anche la sede milanese della galleria
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Da sempre il corpo è il mezzo principale per conoscere ciò che circonda l’essere umano.
Il corpo è quindi diventato un paradigma fondamentale per la comprensione dei limiti e dei confini con i quali l’uomo deve necessariamente scontrarsi durante la sua esistenza, declinandosi col tempo e con la sua comprensione soggettiva, fino a giungere alla concezione di spazio abitabile in cui accadono fenomeni significanti.
È ciò su cui riflette Loredana Longo (Catania, 1967) con le mostre allestite nelle sedi palermitana e milanese della galleria FPAC, in cui l’artista sottolinea come il corpo, oltre a essere luogo intimo – ma visibile – d’abitazione, sia un’entità autonoma. Questa natura indipendente del corpo è da subito ravvisabile nelle opere di Longo grazie al loro carattere dinamico e alla capacità di occupare lo spazio. Quest’ultimo infatti, riportando i calchi che Loredana Longo realizza al suo corpo, diventa il palcoscenico sul quale vediamo muoversi l’artista, creando una presenza costante e quasi palpabile.
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Loredana Longo, Capitonné sin wall. Photo credits Fausto Brigantino
IL CORPO SECONDO LOREDANA LONGO
Le opere tracciano un nuovo perimetro, le pelli e le cuciture che riportano le sagome del corpo dell’artista, come cicatrici, suggeriscono l’idea di un tessuto epidermico in cui muoversi e al quale appartenere. L’idea del corpo, dunque, allude a un contenitore nel quale dolori e percezioni vengono manifestati all’osservatore in modo diretto e ravvicinato. Lo stesso spazio espositivo diventa corpo che contiene solo grazie alla meditazione dell’artista, che tramite video, calchi sdraiati sul pavimento e pelli ricucite, conduce l’osservatore a ragionare sullo spazio corporeo che abita, con il quale determina il dolore e il piacere, generando una nuova percezione esperienziale della vita.
‒ Mario Bronzino
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