L’opera di Eugenio Tibaldi e Taketo Gohara da Base Milano che sembra venire da un altro mondo
L’installazione Marginal Carillon, presentata da Collezione Ramo a partire da un’opera su carta dell’artista piemontese, è un lungo disegno rotante a cui sono connessi dei marchingegni sonori
Una grande opera su carta di Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) prende vita – e suono – nella Ground Hall di Base Milano. È l’installazione MarginalCarillon, presentata dal 28 marzo al 3 aprile 2022, in concomitanza con l’Art Week: l’opera è composta da un disegno di tre metri, raffigurante un ramo, uccelli e altri elementi artificiali e naturali, avvolto intorno a un meccanismo rotante con un grammofono e un giradischi, ma anche un mulinello da pesca e il cambio di un motorino. Questo, proprio come un gigantesco carillon, mentre si muove trasmette una colonna sonora creata per l’occasione dal sound designer Taketo Gohara (Milano, 1975). L’opera non funziona però da sola, ma si innesca solo con l’intervento del pubblico: la struttura – in bilico tra il gusto vintage e metallico dello steampunk e la delicatezza poetica dei watercolor – si attiva infatti con l’avvicinarsi degli spettatori. Una videocamera, posta davanti all’opera, si innesca quando percepisce il movimento e inizia a trasformare l’inchiostro presente sulla carta in note. A quel punto ne scaturisce una melodia corale, gioiosa e di rinascita, composta da Gohara con un clavicembalo, un pianoforte, delle percussioni, dei campanellini e un vibrafono a partire da un battito cardiaco.
L’IDEA DIETRO L’INSTALLAZIONE SONORA MARGINAL CARILLON
L’installazione sonora è presentata dalla Collezione Ramo di Milano – una delle raccolte italiane più importante di disegni e opere su carta, che ha come obiettivo la promozione della cultura del disegno come espressione primaria della ricerca artistica – e curata da Irina Zucca Alessandrelli. “Quando ho pensato di mettere insieme un artista e un sound designer volevo rispondere ad un bisogno mio, ma credo di molti in questo periodo storico, ovvero di trovarmi davanti ad un’opera che mi potesse dare ristoro, svago, speranza e leggerezza e, allo stesso tempo, che mi aiutasse a fermarmi per una serena pausa di riflessione”, racconta ad Artribune la curatrice. “Abbiamo pensato ad un’opera carillon che unisse l’aspetto visivo a quello sonoro: Eugenio ha creato un’installazione complessa, sul tema a lui molto caro della marginalità”, racconta, dove per marginalità si intende il tempo che dedichiamo alle attività in solitudine, in quella che è allo stesso tempo “una forma di difesa e una ricerca di libertà”. “Marginal Carillon è un’istallazione che immagina un essere umano costruirsi, rifunzionalizzando gli elementi della sua vita, una sorta di rifugio in cui essere se stesso”, segue a dire Eugenio Tibaldi. “Nel ramo disegnato, che gira in loop, vi è la rappresentazione di un luogo animalesco e scarno in cui svestire i panni sociali, uno spazio lontano dal reale e per questo profondamente vero. Questa riflessione, grazie all’Invito di Irina, si arricchisce della meravigliosa intuizione sonora di Taketo che ha pensato a far suonare questo spazio. La musica non è solo un accompagnamento al disegno ma diviene la chiave per una reale sospensione. La collezione Ramo ha reso così possibile la realizzazione di un carillon per adulti; perché se da piccoli è bello lasciarsi trasportare altrove dalla magia di una scatola musicale da grandi diviene necessario avere una via di fuga dalla vita reale”.
– Giulia Giaume
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