Piazza Ucraina: alla Biennale di Venezia l’installazione solidale

Il progetto speciale, presentato nello Spazio Esedra dei Giardini della Biennale, è costruito attorno a un monumento ricoperto da sacchi di sabbia, in riferimento alle protezioni per l'arte pubblica nelle città ucraine

Un’installazione che dia voce agli artisti ucraini, gli permetta di esprimere in arte la loro resistenza ed esprima la solidarietà straniera contro l’invasione russa: così nasce Piazza Ucraina, progetto speciale della 59. Biennale D’Arte di Venezia. Presentata dai curatori del Padiglione dell’Ucraina Borys Filonenko, Lizaveta German e Maria Lanko, l’installazione è realizzata con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund e della Victor Pinchuk Foundation, su progetto dall’architetta ucraina Dana Kosmina. Uno spazio di dibattito, dialogo, sostegno: Piazza Ucraina è costruita attorno a un monumento ricoperto da sacchi di sabbia, in riferimento alla pratica diffusa nelle città ucraine per proteggere l’arte pubblica dai bombardamenti. Situata nello Spazio Esedra dei Giardini della Biennale, Piazza Ucraina è uno statement fortemente voluto dagli organizzatori della Biennale stessa, il cui presidente Roberto Cicutto, ha dichiarato come abbiano espresso un sostegno immediato ai curatori e all’artista del Padiglione, Pavlo Makov, “rendendoci tutti testimoni della loro esperienza. Per riconfermare la collaborazione tra la nostra istituzione e le istituzioni ucraine, Cecilia Alemani e i Curatori del Padiglione dell’Ucraina hanno unito i loro sforzi progettando uno spazio dedicato agli artisti ucraini e alla loro resistenza all’aggressione. Ci auguriamo che questa iniziativa contribuisca ad accrescere la consapevolezza nel mondo contro la guerra e tutte le sue conseguenze”, ha dichiarato.

Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione Ucraina

Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione Ucraina

L’INSTALLAZIONE PIAZZA UCRAINA ALLA 59. BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA

In tempi di guerre brutali come quella che attualmente sta vivendo l’Ucraina“, ha commentato la curatrice della Biennale 2022 Cecilia Alemani, “sembra quasi impossibile pensare all’arte. Ma forse quello che la lunga storia della Biennale ci ha insegnato è che questa istituzione è in grado di essere uno spazio di conversazione, una piazza in cui il dialogo può andare avanti e in cui l’arte può fungere da strumento per mettere in discussione la nozione stessa d’identità nazionale e la politica. Nei suoi 127 anni  La Biennale ha registrato le scosse e le rivoluzioni della storia come un sismografo”. Ora la speranza, ha detto, è quella di creare con questa installazione “una piattaforma di solidarietà per la popolazione ucraina sul suolo dei Giardini, fra i padiglioni storici costruiti sulla base ideologica dello Stato-nazione, modellata dalle dinamiche geopolitiche e dalle espansioni coloniali del entesimo secolo”. Lo spazio della Piazza è stato infatti un luogo tutt’altro che casuale, hanno sottolineato i curatori del Padiglione dell’Ucraina, che “incarna l’equilibrio tra stabilità e fluidità” e che rappresenta un punto attorno a cui il popolo ucraino posso idealmente raccogliersi.

– Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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