Right here, right now. L’artista Jeppe Hein firma il progetto del 2022 Carte Blanche per Ruinart
La consapevolezza del sé nel momento presente, la meraviglia e lo stupore verso le piccole cose, verso la natura che ci circonda: l’artista danese ci ha raccontato in questa intervista la sua esperienza all’interno del mondo della produzione dello champagne e della ricerca che ne è emersa
È Jeppe Hein (Copenhagen, 1974) l’artista 2022 di Carte Blanche, progetto che vede ogni anno Ruinart invitare un grande nome internazionale a scoprire la sua maison in Champagne e firmare una nuova collezione di opere. Oltre che a progettare un libro e disegnare una bottiglia. L’artista danese, ispirandosi al rispetto per la natura della maison e al lento processo di produzione dello champagne, ha creato Right Here, Right Now, un percorso che unisce le sue ricerche artistiche sulla pratica meditativa con l’invito a connetterci con l’ambiente e provare stupore per le piccole cose. Hein ha quindi lavorato sui quattro elementi collegandoli all’arte della produzione dello champagne: un pezzo di gesso (terra), dei chicchi d’uva (sole), un aroma (aria) e una goccia di olio essenziale (acqua). Per l’occasione, ha creato opere interattive che agiscono direttamente sulle percezioni del pubblico: mettendo la mano dentro l’apertura di un grande specchio, i visitatori sono invitati a fare esperienza tattile di un pezzo di gesso, della struttura di un acino d’uva, del calore di una goccia di olio sul palmo della mano, percependone il profumo. Sulle pareti delle strutture, invece, messaggi incisi su superfici specchianti invitano a prendere coscienza di se stessi nell’attimo presente: “SII CONSAPEVOLE DELLE TUE SENSAZIONI”, “E SE QUESTO NON ESISTESSE?”, “DIRE TUTTO SENZA DIRE NULLA”, “LA RISPOSTA È DENTRO DI VOI”, “SI CAMBIA CON LO SCOPO DI CAMBIARE”, “SIETE MAGICI PER ME”, “QUI E ORA”. Il progetto Right Here, Right Now girerà, per tutto il 2022, nelle lounge Ruinart delle principali fiere d’arte del mondo; intanto, il nuovo appuntamento è a Venezia, in concomitanza della Biennale Arte, ospitato dal 21 aprile 2022 presso Palazzo Rocca. Abbiamo incontrato Jeppe Hein, che ci ha raccontato la sua esperienza all’interno del mondo Ruinart e da cosa ha tratto maggiormente ispirazione.
Lavorare con Ruinart ti ha permesso di esplorare nuovi ambiti all’interno della tua ricerca artistica? E se sì, in che modo?
Penso che sia stato fondamentale entrare in contatto con una maison che crea a partire dalla natura. Ho imparato molto immergendomi nella sua storia e venendo ispirato da essa. È stato un modo di lavorare molto proficuo. Sono certo che molte delle cose che ho imparato in questa esperienza riemergeranno nelle mie opere future.
Ad esempio, cosa?
Sono sicuro che questa non sarà l’ultima volta che userò il gesso. Dopo quest’anno, sicuramente riutilizzerò questo materiale, fantastico da maneggiare. Inoltre, attraverso l’esperienza con Ruinart, mi sono aperto al dialogo e anche questo mi tornerà molto utile. Mi piace creare relazioni e lavorare con le persone, basti pensare alla collaborazione con i diversi cuochi che fa parte di questo progetto. Tutto questo accade perché amo mettermi in comunicazione con gli altri e comprendere il loro mondo e il motivo che li spinge a vivere la loro vita.
Nella tua ricerca artistica è importante il coinvolgimento della pratica meditativa e di quella legata ai chakra. In che modo questo ha a che fare con il tuo lavoro e con la tua vita?
Pratico yoga e meditazione ogni giorno da quattro anni. In Danimarca vivo in un piccolo caravan e medito molto. In occasione della mia mostra al Moderna Museet di Stoccolma di quest’anno [Jeppe Hein. Who are you really? dal 21 maggio al 28 agosto 2022, ndr] ho dipinto il corridoio con tutti i colori dell’arcobaleno, in modo che il pubblico si possa relazionare con ognuno di essi attraverso un’esperienza fisica. Penso che questa sia una modalità attraverso la quale far emergere i propri chakra e fare esperienza di una sorta di meditazione.
In un’arte così tanto indirizzata verso la connessione con il pubblico e la relazione, qual è il ruolo dell’artista, quindi?
Non mi considero un artista nel senso tradizionale del termine. Credo piuttosto di essere un medium, un tramite, la cui finalità è lavorare con gli altri per accendere in loro ispirazione e consapevolezza sul momento presente. Nel mio lavoro ci metto il cuore e tutto quello che ne scaturisce proviene da lì.
Quanto è importante la relazione con l’altro nel tuo lavoro?
La relazione mi aiuta a creare molte esperienze, a trarre ispirazione da ogni cosa, a raggiungere un pieno livello di mindfulness. Fare yoga mi aiuta ad essere in equilibrio, ispirato, consapevole della vita. Tutto il benessere che ricevo lo voglio donare agli altri. Se tu guardi un’altra persona, anche sconosciuta, negli occhi per due minuti scoprirai molto di te stesso. Ti verrà spontaneo porti la domanda: quello che sto vedendo è il mio riflesso o sto guardando attraverso la sua anima?
I sensi sono importanti ora più che mai: dopo due anni di pandemia abbiamo rinunciato in gran parte alle nostre percezioni fisiche, a partire dall’olfatto, a causa dell’uso delle mascherine e della distanza imposta tra noi e gli altri. Hai pensato al valore che la tua pratica artistica assume, in particolare in questo preciso momento storico?
È davvero una bella domanda, e io non credo nelle coincidenze. Non ho mai pensato direttamente a questo aspetto, ma credo di lavorare su un processo che rende possibile una consapevolezza su tutto questo. E ora ne abbiamo bisogno più che mai, come tu hai fatto notare. Prima di collaborare assieme a Ruinart ho lavorato per il Moderne Museet ponendo ai visitatori la domanda: “chi sei tu veramente?”. Penso che questo sia il momento adatto per guardare se stessi, per percepire e celebrare la vita.
– Giulia Ronchi
https://www.ruinart.com/it-it/arte/carte-blanche
https://www.jeppehein.net/
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