Arte e Antropocene. Il progetto di MUSE Trento e di Stefano Cagol contro il climate change
Al via la piattaforma liquida lunga un anno “We are the Flood”, del Museo delle Scienze di Trento e a cura dell’artista Stefano Cagol. Mostre, residenze, conferenze, masterclass per sensibilizzare il grande pubblico sui temi delle ricadute ambientali delle azioni umane
Coinvolgere il grande pubblico delle mostre d’arte in una riflessione sui complessi temi dell’Antropocene – ovvero del problema delle ricadute ambientali delle azioni umane – attraverso il linguaggio contemporaneo di artisti di fama internazionale, ma anche emergenti. È questo l’obiettivo di We are the Flood, noi siamo il diluvio, il progetto, di durata annuale, del MUSE – Museo delle Scienze di Trento con la curatela di Stefano Cagol (Trento, 1969), artista che da sempre affronta temi globali e attuali, come il cambio climatico, la sparizione dei ghiacci e il mutamento dei venti. La piattaforma consiste in una serie di proposte diversificate che includono una residenza d’artista, un ciclo di conferenze, una masterclass, laboratori didattici e un programma espositivo di mostre “liquide”: agili mostre con artisti di rilievo internazionale e artisti emergenti under 35 selezionati con open call.
LA PIATTAFORMA LIQUIDA WE ARE THE FLOOD, NOI SIAMO IL DILUVIO
“Il progetto nasce dalle urgenze attuali e dall’esigenza irrinunciabile di sondare e decodificare attraverso l’arte contemporanea tematiche ecologiche, virali, climatiche sempre più complesse”, spiegano Stefano Cagol, ideatore e curatore di We are the Flood e Carlo Maiolini, referente della programmazione Science & Humanities di Palazzo delle Albere. “L’interpretazione artistica diviene un tramite ideale per affrontarle, distillarle e renderle recepibili anche a un pubblico di non esperti per dare forma a una co-scienza, dove quel prefisso significa proprio con, insieme”.
LA PRIMA MOSTRA LIQUIDA CON ARTISTI INTERNAZIONALI ED EMERGENTI UNDER 35
Questa nuova piattaforma “liquida” su crisi climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologica, parte l’8 aprile, a Palazzo delle Albere, con l’inaugurazione della prima mostra altrettanto “liquida” con le opere di sei artisti internazionali, tra video arte, ecoacustica e performance art: Eugenio Ampudia (Spagna), Nezaket Ekici (Turchia/Germania), Elena Lavelles (Spagna), Shahar Marcus (Israele), Hans Op de Beeck (Belgio) e Philip Samartzis (Australia). Contestualmente ci sarà il lancio della prima open call (aperta fino al 15 maggio) rivolta agli artisti under 35. Invitati a proporre opere attorno ai temi trattati – se selezionati – potranno essere inseriti nel programma di We are the Flood e nella Mostra Liquida #2 prevista a giugno.
I COLLEGAMENTI DI STEFANO CAGOL DALLA BIENNALE DI VENEZIA
L’articolato programma We are the Flood prevede anche una serie di incontri aperti al pubblico a partire dal 4 maggio in collegamento con Venezia, dove Stefano Cagol sarà presente alla Biennale Arte 2022. “Farò anche dei collegamenti con il mio progetto alla Biennale con Malesia, sempre sulle tematiche dell’Antropocene, futuro, legame ambiente”, spiega l’artista trentino che è stato invitato – come unico artista internazionale insieme a 6 artisti malesi – a prendere parte alla mostra Pera + Flora + Fauna, Evento Collaterale che costituisce la partecipazione della Malesia alla 59. Biennale di Venezia. “Essere chiamato a partecipare a un padiglione nato dall’altra parte del pianeta e, oltretutto, essere stato scelto come unico artista internazionale insieme a sei artisti malesi rappresenta un enorme privilegio e onore, e un grande riconoscimento per il lavoro svolto finora. È con molta energia che ho risposto all’invito giunto dalla Malesia”, continua Cagol che il 21 aprile inaugurerà la mostra con una performance, presso gli Archivi della Misericordia a Cannaregio (proprio a fianco del Padiglione nazionale olandese).
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