Apre a Londra la nuova metro Elizabeth Line. È piena di importanti opere d’arte
Yayoi Kusama, Sonia Boyce e Richard Wright sono tra gli artisti che hanno realizzato opere per le stazioni della linea metro-ferroviaria viola dedicata al giubileo di platino della regina
C’è una nuova linea metro-ferroviaria in città, è viola, risolverà molti problemi di mobilità ed è piena di opere d’arte: apre a Londra, con quasi quattro anni di ritardo e un costo di 19 miliardi di sterline, la Elizabeth Line. Dedicata alla regina per il suo giubileo di platino – ben 70 anni di regno -, la Crossrail Est-Ovest connette con oltre cento chilometri di binari l’aeroporto di Heathrow e Reading (a ovest) a Abbey Wood (nel sud-est) e Shenfield (a est) tagliando il centro urbano e aggiungendo dieci nuove stazioni alla già fittissima linea di trasporti londinese. Ma non si tratta “solo” di un grande progetto logistico: grazie alla Crossrail Art Foundation, la Elizabeth Line è anche la più ambiziosa commissione di opere d’arte pubbliche permanenti a Londra dell’ultimo secolo, con opere sviluppate non a posteriori, come spesso accade nelle stazioni, bensì pensate in fase di progettazione della struttura in stretta collaborazione con ingegneri e architetti, e riempite di riferimenti ai diversi quartieri e i loro abitanti.
LE OPERE PENSATE PER LA NUOVA ELIZABETH LINE: BOYCE, JOFFE, FINCH E PERITON
Non si può non cominciare dalle oltre 170 storie illustrate realizzate da Sonia Boyce – l’artista che rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia di quest’anno – in corrispondenza del quartiere di Newham. Prima opera d’arte pubblica dell’artista, Newham Trackside Wall si estende per quasi due chilometri di binari lungo i vecchi dock della capitale, con storie di abitanti dell’East End di tutte le età e provenienze. Il risultato è una delle opere d’arte più lunghe del Regno Unito, che traspone la visione di Boyce dei moli come “porta di accesso alle relazioni della Gran Bretagna con il resto del mondo“. Ci sono poi i ritratti in alluminio alti due metri di Chantal Joffe nella stazione di Whitechapel, ispirati a un quartiere vibrante che per secoli ha ospitato molte delle comunità di migranti di Londra, e il gigantesco paesaggio di nuvole artificiali A Cloud Index che Spencer Finch ha creato per il tetto di vetro di 2.300 mq della stazione di Paddington (con più di 30 diversi tipi di nuvole): l’opera si ispira alla serie Sky di John Constable realizzata non lontano dalla stessa stazione, a Hampstead Heath. Nella stazione di Farringdon, poi, Simon Periton evoca la storia dell’area come centro del commercio di gioielli: sui pannelli di vetro delle pareti interne, lungo la biglietteria occidentale, compaiono ora enormi riproduzioni di gemme e brillanti.
ALTRE OPERE NELLA ELIZABETH: GORDON, WRIGHT E ROVNER
Per la biglietteria di Dean Street a Tottenham Court Road, l’artista Douglas Gordon racconta con un nuovo video una storia personale, cioè di quando arrivò a Londra negli anni Ottanta e iniziò a vagabondare nel quartiere a luci rosse di Soho. Non lontano da quest’opera compare nella stessa stazione un disegno murale di Richard Wright realizzato in foglia d’oro con motivi geometrici: tra i pochi pezzi permanenti di Wright, il lavoro si estende sul soffitto di cemento sopra le scale mobili, mutando leggermente per chi scende e chi sale. A Canary Wharf c’è poi l’opera Transitions dell’artista israeliana Michal Rovner che su un grande schermo presenta file ripetute di figure che si muovono lungo diversi livelli di linee orizzontali e oblique, creando una composizione che si ispira all’architettura della stazione.
LE OPERE IN CORSO O ANCORA DA INAUGURARE NELLA ELIZABETH LINE: SHAWCROSS, KUSAMA E ALMOND
Mentre tutti questi lavori sono già visibili, alcune stazioni sono in fase di apertura o in attesa delle proprie opere. É il caso della stazione di Liverpool Street, dove saranno installati due lavori: una scultura in bronzo di Conrad Shawcross, che dà forma fisica a un accordo musicale e sarà installata entro la fine dell’anno vicino all’ingresso di Moorgate; una scultura composta da sfere d’acciaio di Yayoi Kusama, che accoglierà i viaggiatori fuori dalla biglietteria orientale della stazione nel 2023. La stazione di Bond Street, infine, non aprirà fino alla fine dell’anno, ma quando lo farà mostrerà un campo astratto di numeri proiettati in una griglia di 144 pannelli di alluminio sopra le scale mobili principali: un omaggio di Darren Almond alla frenetica routine dei pendolari. A questi l’artista affiancherà due grandi cartelli di metallo con le frasi “Reflect from Your Shadow” e “From Under the Glacier“, che offrono una riflessione sulla prospettiva del tempo geologico.
– Giulia Giaume
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