È morto a Napoli l’artista Gianni Pisani. Aveva 87 anni
Ad annunciarlo la moglie Marianna Troise. Era stato direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli
È morto a 87 anni, il 5 maggio 2022, l’artista napoletano Gianni Pisani. Ad annunciarlo su Facebook è la moglie Marianna Troise, artista, performer e anche lei docente, che sul suo profilo ha scritto: “Questa volta amore ha vinto lei”.
CHI ERA GIANNI PISANI
Nato a Napoli nel 1935 aveva studiato all’Accademia di Belle Arti della città con Emilio Notte, accademia della quale più tardi diventerà direttore. La sua pittura è stata attraversata da tendenze espressioniste per approdare negli anni ’70 a un linguaggio più pop, pur senza mai abbandonare il primo sentire che tornò tra i suoi linguaggi negli ultimi decenni. Negli stessi anni partecipa all’esperienza della Galleria Inesistente, una compagine di artisti che oltre a Pisani vedeva uniti Vincent D’Arista, Bruno Barbati, Errico Ruotolo, Maria Palliggiano, Giannetto Bravi, Maria Roccasalva e Gerardo Di Fiore, insieme nella contestazione al sistema dell’arte e alle sue forme di ortodossia.
Nel corso della sua carriera ha collaborato con la galleria di Lucio Amelio e tra le sue opere più famose ci sono quelle realizzate per la stazione della metropolitana Salvator Rosa a Napoli.
IL RICORDO DELLA FONDAZIONE MORRA
I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive in tutto il mondo e sono all’interno della collezione del Museo Madre di Napoli. Pisani ha inoltre partecipato per tre volte alla Quadriennale di Roma (nel 1960, nel 1965/66 e nel 1986). Nel 1995 è stato alla Biennale di Venezia. Tra le sue personali più importanti quella a Castel dell’Ovo nel 2003. E intanto sui social fioccano i ricordi, tra i quali quello della Fondazione Morra, che rammenta proprio questa esposizione: “tra i protagonisti del clima culturale artistico napoletano dagli anni ‘50, Gianni Pisani aderisce alle operazioni della Galleria Inesistente, frequentando contemporaneamente anche la restante scena artistica italiana, con particolare riferimento alla città di Milano. Con la Fondazione Morra realizza nel 2003 la mostra “Gianni Pisani. Figure dell’autobiografia” a Castel dell’Ovo. Ci uniamo al dolore per la perdita del grande artista”.
MORTE DI GIANNI PISANI. IL RICORDO DI MARIO FRANCO
E il bellissimo, articolato, accorato ricordo di Mario Franco, eminente regista e storico del cinema, di cui riportiamo un breve stralcio: “Pisani non è più”, scrive. “E con lui va via un mondo di frammenti, di racconti, di ricordi, che pur continuano a vivere nei suoi quadri, nei quali l’artista ha messo in gioco il proprio destino per costruire paradigmi per vivere la trasformazione del tempo di lavoro in tempo erotico, ovvero in tempo di attività creativa. Le sue opere sono lampi di ricordi, frammenti di vita, di idee, di azioni, citazioni di una storia mitizzata: dalla «Galleria Inesistente» al «Monumento a Gianni Pisani» con pistole alle tempie e testa di cavallo, lo studio in Accademia, luogo da sempre al centro della sua personale geografia poetica ed esistenziale, che seppe trasformare dall’”orto conclusus” di cui parlava Paolo Ricci in un luogo di risonanza nazionale e internazionale, liberando lo spazio che chiudeva l’entrata principale, dotando il giardino interno di panchine e di una voliera rosa con una coppia di pavoni, organizzando poi due edizioni di una “Biennale del sud” ce una collaborazione con undici Accademie europee per uno scambio di esperienze. La libertà di dire e di esprimersi senza mentire, la voglia di raccontare storie, hanno segnato, in Pisani, una carriera improntata alla ricerca, per cui l’arte è soprattutto esercizio, nel duplice senso di azione e di esecuzione ininterrotta. Questo spiega la sua prolificità, la sua instancabile pittura continua, dove non è tanto l’opera, ma l’operare, il procedimento, che qualifica un artista, secondo quella «sovreccitazione» che Nietzsche attribuiva al valore «dissipante» della danza, ma che è applicabile a qualsiasi attività artistica. Pisani parla di sé in quadri che sono racconti nei quali irrompono desideri e repulsioni, nomi e luoghi, momenti pubblici e privati, personaggi reali o reinventati (come gli “interpreti” della “Via Crucis” o della “Gerusalemme Liberata”), cronache delle sue vacanze o di quant’altro possa capitargli, mescolando in modo inestricabile arte e vita. Come Klein in volo, Pisani si proietta verso la conquista di una libertà espressiva, dove il desiderio di trascendenza dalla realtà quotidiana in tutte le sue manifestazioni diventa pittura, colore, gesto audace che trova nelle immagini l’unica forma espressiva, dal mondo dei sogni a quello della memoria”.
– Santa Nastro
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