La storia che racconta il presente. La mostra di Giuseppe Stampone a Milano
Le icone della pittura sono rivisitate da Giuseppe Stampone per indagare l’attualità. Succede negli spazi di Prometeo Gallery a Milano
Fin dal titolo, Past to the Future, appare chiaro come Giuseppe Stampone (Cluses, 1974) nella sua mostra alla Prometeo Gallery di Milano voglia creare un rapporto dialogico tra passato e presente. L’esposizione riunisce un corpus di opere che citano alcuni celebri dipinti della tradizione occidentale, dove l’autore ha inserito degli elementi strettamente legati alle urgenze attuali per creare un cortocircuito visivo. Così facendo, Stampone ha fatto venire meno il senso di distanza e inviolabilità di una serie di icone della storia dell’arte, che divengono lo strumento per indagare temi di natura sociale e politica. Particolarmente suggestivo è il lavoro Emigration made (2022), che rimanda al San Girolamo nello studio (1474-75), capolavoro di Antonello da Messina, dove al posto delle sembianze del teologo vi sono le fattezze malinconiche di tre giovani migranti.
LA MOSTRA DI STAMPONE A MILANO
Il progetto Welcome to Gran Sasso (2022) propone invece una serie di fotografie in bianco e nero su cui l’artista è intervenuto manualmente, in modo lieve e rispettoso, quasi a voler prendersi cura dei paesaggi ritratti, segnando così un netto distacco dalla visione prevaricante dell’uomo verso il territorio che segna il nostro tempo. Queste opere, intrinsecamente portatrici di una concezione neo-romantica della natura, sono il frutto di un contatto diretto che l’artista ha avuto con il paesaggio in varie spedizioni sulle cime del Monte Camicia, del Corno Grande e del Corno Piccolo, dove ha cercato un equilibrio con l’ambiente, distaccandosi così dalla frenesia e dall’iperconnessione tipiche della nostra società digitale.
– Carlo Sala
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