Nella fornace usata da Antonio Canova a Roma lo spazio espositivo Canova22
Un ambiente circolare con mattoni scoperti e tre nicchie laterali: è là che Canova forgiava le sue sculture, per poi eseguirle in marmo. Ora la fornace diventa Canova22, spazio espositivo e ospite di appuntamenti culturali
A Roma la Fornace dello scultore del Neoclassicismo per eccellenza, Antonio Canova, diventa uno spazio aperto all’arte contemporanea. Non nuoce ricordare che il 2022 è l’anno di questo prolifico, intelligente e tenace scultore, cadendo proprio il suo bicentenario. Canova22 ospita dal 5 maggio 2022 la nuova stagione artistica: si parte con PRATIVANWEES, viaggi e riflessi, “passo a due” tra i disegni di Franz Prati e le ceramiche di Mara van Wees. La mostra resterà aperta fino al 28 maggio 2022. Nei suoi pastelli, Franz Prati trasforma l’Ospedale San Giacomo, da 14 anni chiuso e inutilizzato, in un battello. È stato infatti avanzato un ricorso, per sbloccare la situazione, da Oliva Salviati. Si tratta dell’erede del cardinale che a fine Cinquecento donò l’immobile alla collettività, con il vincolo di farne un ospedale. Nei pastelli di Prati l’ospedale prende il largo, come fosse un’imbarcazione, verso orizzonti ignoti alla ricerca di avventure.
LA FORNACE DI CANOVA
La fornace è un ambiente circolare con alcuni mattoni non coperti dall’intonaco e tre nicchie laterali dove si inseriscono le sculture di Mara van Wees. Il fulcro centrale della fornace svetta verso l’alto con un “occhio” aperto verso il cielo. Francesco Hayez nelle Memorie (1890) ricorda che al suo interno “Il Canova faceva in creta il suo modello”, ossia la “prima forma” in creta forgiata col fuoco. Dove si trova esattamente questo luogo? Proprio di fronte all’Accademia delle Belle Arti, tra Via del Corso, Via Margutta e Via di Ripetta. Si tratta del triangolo dove gli artisti spedivano le loro opere verso nuove mete, sfruttando il Porto sul Tevere. Fiorenza d’Alessandro è il direttore artistico dell’associazione Canova22. La fornace si trasforma ora in “piattaforma per progetti espositivi, formativi e culturali”. È localizzata a cento passi dall’abitazione-studio di Canova. L’intento dell’associazione è favorire la “contaminazione delle arti, nella confluenza di antico e contemporaneo, nel dialogo tra l’arte figurativa, musica e danza” – e persino la pratica dello yoga e della meditazione. A tale scopo vengono invitati interpreti di diversi linguaggi del contemporaneo come fotografi, coreografi, musicisti, video-maker, architetti. Si organizzano inoltre appuntamenti per stimolare il brainstorming: “percorsi, esperienze e progetti dal mondo culturale, dell’eno-gastronomia fino alle discipline bio-naturali”.
FRANZ PRATI E I SUOI PASTELLI
Dino Campana pensando alla Piazza Sarzano di Genova scrive: “come nubi sui colli le case veleggiano ancora tra lo svariare del verde”, l’immagine poetica rende l’atmosfera dei disegni di Franz Prati. L’Ospedale di San Giacomo, nella serie di disegni, diventa un battello che supportato da una carta nautica, si immette in acque misteriose. Il viaggio della nave vuole ricordare il nostos di Ulisse, il ritorno dell’eroe in patria attraverso una lunga serie di peripezie. La destinazione finale è Lucenzia “la città splendente”. Durante la navigazione il battello incontra la Fortezza di Canea a Creta, l’Ospedale di Venezia progettato da Le Corbusier, poi le isole dell’acqua, della terra e delle barene. Le barene sono terreni tipici delle lagune, periodicamente sommersi dalle maree. Famose sono le Barene di Torcello a Venezia, la città dove Canova ebbe il suo primo studio. Nel bozzetto che raffigura Lucenzia si legge la scritta “Ermenonville”. È il sito dove si trova la sepoltura di Rousseau che l’artista rappresenta come fosse una particolare isola dalla foggia ispirata alla Stele della danza di Brancusi. Nel Dittico finale si distingue, nel pastello di sinistra, la scultura rappresentante Napoleone che si trova a Palazzo Bonaparte, il generale è colto in procinto di avanzare. La scultura è tuttavia ripetuta una seconda volta: nella seconda versione è gettata a terra in orizzontale e non è più riconoscibile. L’artista spiega che, rovesciandola, la statua si trasforma idealmente in un’imbarcazione. Il paesaggio vulcanico sullo sfondo del disegno riproduce l’isola di Salina con la famosa caletta del film Il Postino, non più esistente. Prendendo in considerazione l’immagine di destra del dittico, Prati rappresenta la scultura di Endimione: è sdraiata e quindi pronta a trasformarsi in una gondola. La città di Lucenzia è alle sue spalle. L’artista si ispira a Venezia con il suo Palazzo Ducale, dà inoltre sfogo ad una visione onirica riecheggiando l’atmosfera evanescente di alcuni dipinti di Turner.
-Giorgia Basili
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