“Prometeo”, l’opera diretta dai Masbedo al Teatro Massimo a Palermo. Tra mito, video e performance
Il duo di videoartisti composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni porta in scena un’opera che scardina e risemantizza il mito di Prometeo, tra le suggestioni musicali di Liszt, Beethoven e Skrjabin. Con video, installazioni e performance
È una riflessione attorno al mito di Prometeo – il titano che rubò il fuoco agli dei per farne dono agli uomini, diventando così simbolo di progresso, libertà e lotta contro il potere – la nuova opera dei Masbedo – duo di videoartisti formato da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni – che debutterà, il prossimo 3 giugno, al Teatro Massimo di Palermo. Il palco del più grande teatro lirico d’Italia accoglierà, per tre giorni, un’opera in cui il “perturbante” attraversa e travalica dimensioni storiche e letterarie, mitologiche e contemporanee, con i linguaggi tipici della pratica dei Masbedo: il video, l’installazione, la performance. Un viaggio in cui la figura di Prometeo viene scandagliata dallo sguardo dei due artisti e restituita alla contemporaneità in una nuova forma, più esistenziale che mitica. E quindi più umana.
IL RITORNO DEI MASBEDO A PALERMO CON UN’OPERA AL TEATRO MASSIMO
“Chi potrebbe essere Prometeo oggi? Cosa farebbe e cosa porterebbe agli esseri umani? Sono queste le domande sulle quali abbiamo scelto di divagare per il nostro ‘Prometeo’”, spiegano ad Artribune i Masbedo, che tornano quindi a Palermo dopo l’impegnativo e apprezzatissimo progetto ideato e pensato per Manifesta12, la potente videoinstallazione Protocol no. 90/6 all’Archivio di Stato (purtroppo non più tornata a essere esposta negli ambienti dell’Archivio, come si era auspicato dopo i consensi di pubblico e critica ottenuti durante la biennale) e Videomobile, un vecchio furgone merci OM degli anni Settanta trasformato in palco per performance, studio di produzione, dispositivo narrativo di storie legate al cinema siciliano raccontate attraverso i video che gli artisti hanno realizzato durante il loro errare sull’Isola. “La scelta è stata quella di passare dal Prometeo mitologico, quello di Eschilo, a un Prometeo contemporaneo, chiedendoci così chi potrebbe essere il Prometeo di oggi”, continuano i Masbedo. “E ci sono venuti in mente il Prometeo di Kafka, e soprattutto quello teorizzato dal filosofo coreano Byung-Chul Han ne ‘La società della stanchezza’: il nostro Prometeo è, in un certo senso, vittima della stanchezza, e a divorare il suo fegato non è l’aquila di Zeus, ma la stanchezza del suo stesso fegato di cui abusa. È lui stesso il suo fegato”.
IL PROMETEO DEI MASBEDO AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO
Il Prometeo dei Masbedo è un’opera che si compone di musiche, luci, video e performance che si susseguono sotto forma di viaggio, per un attraversamento delle dimensioni temporale e concettuale che trae ispirazione dal Prometheus di Franz Liszt, dall’Ouverture e una selezione da Die Geschöpfe des Prometheus op. 43 di Ludwig van Beethoven e dal Prométhée. Le Poème du feu, op. 60 di Aleksandr Nikolaevič Skrjabin. A incarnare Prometeo è, sul palco, Sabino Civilleri, con Orchestra e Coro del Teatro Massimo guidati, rispettivamente, dal direttore Gabriele Ferro e il Maestro Ciro Visco. La drammaturgia è di Klaus Peter Kehr e la drammaturgia visiva di Mariano Furlani. “Indagando Prometeo, si indaga la materia umana, il suo corpo diventa oggetto politico, e quindi performance pura”, ci rivelano i Masbedo, dandoci inoltre un’anticipazione: “In futuro lavoreremo a due importanti opere, ci interessa portare l’aspetto visivo e performativo nel mondo dell’opera”.
– Desirée Maida
Palermo // dal 3 al 5 giugno 2022
Masbedo – Prometeo
Teatro Massimo
https://www.teatromassimo.it/
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