Arte contemporanea in cantina sotto l’Etna da Cottanera
La cantina di Castiglione di Sicilia ospita la seconda residenza d’artista per il progetto Cottanera Visioni, avviato nel 2021. Protagonista è il francese Ruben Brulat, che si lascia ispirare dal territorio lavico
Sulle pendici dell’Etna, la cantina Cottanera è in attività dagli anni Sessanta. Nella primavera 2021 l’azienda vitivinicola siciliana ha dato vita a una rassegna artistica centrata sulle residenze, con il coinvolgimento di un artista diverso ogni anno, per creare nel tempo un museo a cielo aperto che ospiti le opere realizzate ad hoc per la cantina. La direzione intrapresa non è nuova, e ribadisce quante tangenze si possano sviluppare tra il mondo del vino e dell’arte. A intuirlo, nella tenuta di Castiglione di Sicilia, è stata Mariangela Cambria, che con i suoi fratelli conduce l’azienda, e un anno fa ideava il progetto, battezzando la prima edizione di Cottanera Visioni (protagonista, allora, era stata la palermitana Gabriella Ciancimino). Il 2022 vede la collaborazione con la Galleria Ncontemporary (Milano, Londra), che per la seconda edizione dell’iniziativa ha portato tra i vigneti della tenuta l’artista francese Ruben Brulat (1988).
EMBRASEMENT DI RUBEN BRULAT
Una live performance di Brulat ha introdotto la mostra che ora – e fino al 15 ottobre – si può visitare negli spazi della cantina, in un percorso che si snoda tra la sala degustazione, la barriccaia e la cantina vera e propria. Da Cottanera, una serie di opere realizzate negli ultimi dieci anni dall’artista francese dialoga con installazioni site specific nate proprio nel corso della residenza trascorsa ai piedi dell’Etna nel mese di maggio. Il progetto, del resto, è stato concepito con l’idea di coinvolgere il territorio e le persone che lo abitano (ma anche i sempre più numerosi visitatori che arrivano per scoprirlo), per ribadire anche il forte legame della realtà vinicola con il vulcano che rende unico il terroir. Da questo legame Brulat ha scelto di trarre ispirazione per realizzare una delle opere più significative in mostra, che utilizza le parole raccolte intervistando le persone della cantina per restituire una serie di suggestioni sul rapporto con l’Etna, ma è anche un’indagine più ampia sul dialogo tra uomo e natura, dove la fragilità umana è a confronto con forze primordiali. L’artista, celebre per i suoi autoritratti fotografici scattati in ambienti selvaggi, da anni subisce la fascinazione dei territori vulcanici. Il suo approccio alla creazione è multimediale e può contare su più forme espressive, dalla fotografia alla scultura, passando per le produzioni audiovisive e la musica. Anche da Cottanera, la sua ricerca si svela attraverso una serie di interrogativi esistenziali: quali sono le origini dell’uomo? Quale il nostro posto nel mondo? Le visite in cantina e alla mostra Embrasement (Abbraccio) si tengono su prenotazione, dal lunedì al sabato.
– Livia Montagnoli
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