Il Museo delle Arti di Carrara ha un allestimento tutto nuovo

L'allestimento, che si colloca all'interno di un percorso realizzato dalla direttrice Laura Barreca, permette al mudaC di esporre in modo adeguato opere di artisti come Tremlett, Kounellis, Viani e Toderi. E coinvolgere cittadinanza e artisti in una pianificazione inclusiva

Due anni di lavoro per dare il giusto spazio alle opere di grandi artisti del XX e XXI secolo: così il mudaC – Museo delle Arti di Carrara consegnerà al pubblico il nuovo allestimento della collezione permanente, il prossimo 24 giugno, che beneficerà di un nuovo approccio in toto al rapporto tra museo e cittadinanza. L’allestimento, realizzato dalla direttrice scientifica Laura Barreca e dallo studio STARTT di Simone Capra, Claudio Castaldo e Dario Scaravelli, va a omaggiare una collezione unica al mondo, che comprendere lavori come l’immersivo Il capo di Yuri Ancarani, cuore del museo stesso, o la monumentale barca Ah Galla II di Fabio Viale, ma anche bozzetti preparatori di David Tremlett e Carol Rama e lavori di Andrea Branzi, Jannis Kounellis e Grazia Toderi in una città che ha fatto dell’arte e dell’artigianato una delle sue cifre identitarie. Contestualmente alla presentazione del nuovo volto del museo – reso possibile anche dalla collaborazione pubblico-privata tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Carrara, l’Ufficio Cultura dello stesso comune e l’azienda di marmo Gemeg – sarà presentato anche il programma dell’istituzione per il 2022.

MudaC Carrara

MudaC Carrara

IL NUOVO ALLESTIMENTO DEL MUDAC DI CARRARA

Il progetto di riallestimento, lungo perché caduto durante la pandemia, ha visto uno spostamento interno al percorso museale che l’ha trasformato radicalmente”, racconta la direttrice Laura Barreca. “Il percorso nasce per volontà del Comune su mia suggestione – ho preso questo incarico nel 2019 valutando proprio la necessità di rinnovamento del museo – e non ha portato solo allo spostamento fisico, ma a una nuova concezione dell’impianto museografico”. Il nuovo allestimento del mudaC – già CAP-Centro Arti Plastiche, ospitato dal 2012 nel seicentesco chiostro di San Francesco – racconta infatti l’evoluzione storico-artistica e linguistica della produzione creativa contemporanea con video, installazioni, fotografie, disegni e sculture. Gli ambienti sono suddividi in due spazi: da una parte il piano terra dedicato a progetti e mostre temporanee, oltre a una sala conferenze e un bar, e dall’altra il primo piano con la collezione permanente, oltre 60 opere datate dalla seconda metà del Novecento a oggi e provenienti in gran parte dalle passate edizioni della Biennale Internazionale di Scultura o da residenze artistiche, come quelle di Parasite 2.0 e Chiara Camoni. “Con lo studio STARTT abbiamo studiato un nuovo percorso che includesse aree interne ed esterne, valorizzando lavori che da anni erano in deposito. Abbiamo creato sezioni diverse con parti che distinguono il percorso in modo razionale, dividendo il pianterreno, con il chiostro e con la grande scultura ‘Senza Titolo’ di Kounellis, dal primo piano, coinvolgendo sia le sale espositive sia le scale: il museo così è un luogo di coinvolgimento, e lo è già dalla biglietteria, con i bozzetti di Rama e Ceroli”, spiega Barreca.

L’ANIMA INCLUSIVA DEL MUDAC DI CARRARA

Il nuovo display museale – che include lo spazio Project Room, dedicato ad artigianato e design a contatto con il territorio carrarese, e un parco di sculture recuperate anch’esse dai depositi – è suddiviso in una prima parte storica, con 17 opere dal ’57 al ’73, cui seguono la collezione contemporanea, con 13 opere realizzate fino al 2010, e la collezione Disegnare il marmo, con 22 opere acquisite tra il 2004 e il 2005 all’interno di un progetto che ha coinvolto artisti internazionali nella lavorazione di lastre di marmo.

MudaC Carrara

MudaC Carrara

La nuova identità museale nasce a contatto con la foltissima comunità di artisti e artigiani della città, stimolando per gli anni a venire una sempre più assidua collaborazione”, racconta Barreca. “Il mudaC vuole diventare un modello di museo partecipativo in cui i progetti nascono in ambito collettivo e didattico, come per ‘Commons, programma pubblico di incontri d’arte e design con workshop e mostra di Andrea Sala’, a cura di Angela Rui. Collaboriamo da tempo con l’Accademia di Carrara, i cui studenti hanno anche realizzato la scritta ‘mudaC’ sul muro di cinta del museo. Il messaggio è chiaro: i ragazzi sono intestatari del patrimonio artistico qui contenuto”. Barreca – già vicina al tema della partecipazione grazie all’esperienza della direzione del Museo Civico di Castelbuono (Pa), di cui ha seguito l’Orto dell’Arte, e del Forum delle Città Creative dell’Unesco, da cui è scaturita la Carta di Carrara che connette artigianato e sviluppo sostenibile – identifica questi progressi con una idea di museo inclusiva e partecipativa, che guarda alle persone e al benessere della comunità e che usa l’arte come strumento di comunicazione e relazione tra le persone. L’allestimento e i nuovi progetti, che prevedono la partecipazione di artisti internazionali e un contatto con la comunità, innescano un modello museale non più solo conservatore ma dispositivo di dialogo della collettività. Se non si apre, il museo è un ufficio come altri: convenzioni come quella di Faro ci indicano l’accessibilità come punto chiave di crescita, che deve avvenire in modo autentico e consapevole per la crescita della comunità”.

– Giulia Giaume

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più