I mondi di Danh Vo, Isamu Noguchi e Park Seo-Bo s’incontrano a Venezia
Danh Vo artista e curatore, con opere di Isamu Noguchi e Park Seo-Bo. Tra Oriente e Occidente, essenzialità e forza espressiva sono protagoniste della mostra alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia
L’abituale espressività politico-concettuale di Danh Vo (Ba Rja, Vietnam, 1975) si presenta in versione minimale e mimetica nella mostra che lo vede protagonista come artista e curatore alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. I suoi interventi vanno infatti ricercati all’interno delle sale storiche, tra i manufatti della collezione.
Si tratta “semplicemente” di immagini floreali scattate con lo smartphone. I nomi scientifici delle specie botaniche sono stati vergati a mano dal padre dell’artista, mentre le strutture di legno che incorniciano e incastonano le fotografie sono gli scarti di lavorazione di un’esperienza a Murano, dove Danh Vo si è recato per realizzare un ciclo di sculture.
DANH VO, ISAMU NOGUCHI E PARK SEO-BO A VENEZIA
Se questo primo intervento risulta sin troppo sintetico e mimetico, sono più suggestivi quelli che l’artista vietnamita-danese realizza accostando svariati esemplari delle celebri lampade Akari di Isamu Noguchi (Los Angeles, 1904 – New York, 1988). Come lanterne cinesi, le tipiche strutture di carta si moltiplicano e si raggruppano in diversi punti dell’architettura di Carlo Scarpa, come presenze fluttuanti.
Ma la parte migliore della mostra risulta paradossalmente quella più classica: nelle sale moderne e neutre della fondazione sgorga la potenza concettuale e tattile dei dipinti di Park Seo-Bo (Yecheon, Corea del Sud, 1931). Le sue fusioni di linea e materia hanno un’influenza mentale e fisica su chi le osserva e confermano ancora una volta la validità e la contemporaneità delle esperienze di neoavanguardia orientale come Dansaekhwa, movimento di cui l’artista fa parte.
‒ Stefano Castelli
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