Arte e spiritualità nella mostra di Lee Maelee a Venezia
Quella di Lee Maelee è una concezione della pittura come disciplina spirituale adeguata a esplorare l’origine del mondo e la storia dell’umanità. Ne è prova la mostra allestita alla galleria San Polo di Venezia
Sono i dipinti buddisti e sutra, del regno dinastico coreano Goryeo, vergati con inchiostro d’oro e d’argento, a fare da protagonisti nella mostra di Lee Maelee (Gangjin, 1963) alla galleria San Polo di Venezia. Trentasei opere realizzate in polvere d’oro a 24 carati dove l’artista ha trascritto frasi tratte dalla Genesi della Bibbia e dal Sutra del Diamante che, tradotte in diverse lingue, sono il pretesto per indagare l’esistenza umana.
La memoria dell’artista s’intreccia alla storia dell’umanità ancora intrappolata dagli strati geologici, come si deduce dalle immagini degli scavi del tempio di Wolnamsa, utilizzati in alcuni casi come fondale, dove vissero gli antenati dell’artista.
LA MOSTRA DI LEE MAELEE A VENEZIA
Genesis rappresenta un’indagine dell’evoluzione del mondo attraverso il meticoloso processo di scrittura in cui convivono aspetti dualistici come Yin e Yang, vita e morte, passato e presente. Una ricerca che diventa immersiva con l’ausilio del video, che vede individui di diverse nazionalità nell’atto di recitare poesie, che si trasfigura in un canto con incedere lento e cadenzato assumendo un ruolo centrale per la trasmissione della memoria collettiva ai posteri.
‒ Roberta Vanali
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