Andare oltre i confini dell’arte. La mostra di Maurizio Donzelli a Firenze
Un gioco di luci, colori, riflessi, linee rette e curve, reali e immaginarie, nella mostra di Maurizio Donzelli alla galleria Eduardo Secci, che si sviluppa come un racconto sulle possibilità espressive dell’arte. Una mostra in cui emerge la capacità dell’arte di aprire nuove porte percettive
Perfettibilità, mutamento, indefinitezza, declinati su tre capitoli in altrettante sale: si comincia con le rilucenze dorate della serie O, che sembrano ampliarsi all’interno della sala declinata in nero. Sospesi in un’immaginaria, infinita profondità siderale, lasciano intuire la perfezione formale del silenzio siderale.
Il percorso della mostra di Maurizio Donzelli (Brescia, 1958) alla galleria Eduardo Secci di Firenze prosegue con le Girandole, opere in cui la linea curva si dispiega accompagnata dal colore blu nelle sue mille declinazioni tonali, che contrasta con il rigore formale della sala introduttiva; al grande dipinto sul pavimento si affiancano le tele alla parete, sintesi dell’idea e della creazione.
MAURIZIO DONZELLI IN MOSTRA A FIRENZE
La mostra si chiude con una ulteriore “provocazione” di forme e colori: le installazioni della serie Aleph, corpi tridimensionali che custodiscono illusorie forme in continuo movimento, create da una membrana riflettente. In dialogo con questi divertissement, le opere della serie Mirror, animate da un forte dinamismo, spandono un’ulteriore cascata di colori lungo il percorso espositivo. Una mostra che è un ritornare alle origini, un omaggio al Futurismo e all’arte cinetica, per espandere i confini dell’arte.
‒ Niccolò Lucarelli
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