Ugo Rondinone trasfigura il kitsch nella più antica Scuola di Venezia

Tre grandi installazioni dell’artista svizzero mescolano solennità e irriverenza all’interno e all’esterno della Scuola grande di San Giovanni Evangelista, sede dell’omonima confraternita

Dissacrante o rispettosa, solenne o kitsch: si rimane in fase interlocutoria ‒ ma nondimeno affascinati ‒ uscendo da Burn shine fly, la mostra-installazione che Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) ha allestito in occasione della Biennale alla Scuola grande di San Giovanni Evangelista a Venezia.
L’esordio ha le caratteristiche di una piacevole epifania: l’apertura improvvisa, arrivando dalla prospettiva ristretta delle calli, costituita dal cortile della Scuola, è amplificata dalla presenza della grande scultura The sun, collocata all’aperto. Si tratta del calco in bronzo dorato di un cerchio composto con rami d’albero; se la forma evoca esplicitamente il sole, collocata qui l’opera diventa anche una sorta di corona di spine, o comunque il primo ponte tra espressività contemporanea e simbologia propria dell’arte antica.

Ugo Rondinone. burn shine fly. Exhibition view at Scuola Grande San Giovanni Evangelista, Venezia 2022. Courtesy the artist, Galerie Eva Presenhuber, Esther Schipper, Sadie Coles HQ, Gladstone, Kamel Mennour, Kukje Gallerie. Photo Andrea Rossetti

Ugo Rondinone. burn shine fly. Exhibition view at Scuola Grande San Giovanni Evangelista, Venezia 2022. Courtesy the artist, Galerie Eva Presenhuber, Esther Schipper, Sadie Coles HQ, Gladstone, Kamel Mennour, Kukje Gallerie. Photo Andrea Rossetti

LA MOSTRA DI UGO RONDINONE A VENEZIA

All’interno, nella chiesa, è il turno dell’opera più spettacolare: Human clouds è composta dai calchi di sette corpi dipinti di un azzurro punteggiato da nuvole, sospesi in aria come se si fossero materializzati dai dipinti e dagli affreschi presenti nell’edificio duecentesco. L’aspetto è tutt’altro che prezioso: il materiale è poliuretano dipinto e la smaccata contemporaneità delle sculture crea un effetto potenzialmente pacchiano, che però si trasfigura grazie alla felicità dell’insieme.
La meno eclatante delle tre installazioni è forse quella in definitiva più affascinante e meno controversa. Sul pavimento deteriorato dal tempo della sala laterale sono disseminate le ottanta candele di bronzo dipinto che compongono Still.life. (Candles): l’atmosfera qui è suggestiva e a suo modo solenne.

Stefano Castelli

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Stefano Castelli

Stefano Castelli

Stefano Castelli (nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora) è critico d'arte, curatore indipendente e giornalista. Laureato in Scienze politiche con una tesi su Andy Warhol, adotta nei confronti dell'arte un approccio antiformalista che coniuga estetica ed etica.…

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