Pitti di Firenze e Pecci di Prato si alleano: mostra di maschere di Maurizio Vetrugno
A Firenze c’è Pitti Filati e la Fondazione Pitti Discovery insieme al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato hanno collaborato alla realizzazione del nuovo progetto espositivo dell’artista Maurizio Vetrugno
È un insieme di suggestioni tratte dal mondo delle maschere, del Teatro di Bali, dal Surrealismo e dalla Factory di Andy Warhol la mostra Wild Life Wild Heat, progetto dell’artista Maurizio Vetrugno (Torino, 1957) allestito fino all’1 luglio nel Padiglione Centrale di Fortezza da Basso a Firenze, nell’ambito di Pitti Immagine Filati 91, rassegna internazionale dedicata ai filati per maglieria. Frutto della collaborazione tra Fondazione Pitti Discovery e il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, il progetto a cura di Camilla Mozzato rispecchia la visione della Fondazione, che da oltre vent’anni lavora “sulle aree di confronto e di innesco reciproco tra moda e arte contemporanea”, spiega Lapo Cianchi, segretario generale di Fondazione Discovery. “Inoltre siamo convinti sostenitori delle collaborazioni tra istituzioni culturali, soprattutto quando nascono spontaneamente”. Una collaborazione nata in virtù dell’elemento che accomuna le due istituzioni, ovvero i filati: Prato infatti è un “distretto industriale e artigianale di fondamentale importanza in questo settore”, continua Cianchi.
IL CENTRO PECCI DI PRATO PER PITTI IMMAGINE FILATI 91
“Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci sin dai suoi inizi ha avuto una vocazione interdisciplinare, promuovendo l’incontro tra le arti in un territorio ricco di eccellenze sia a livello culturale che imprenditoriale”, spiega Stefano Collicelli Cagol, direttore generale del Centro Pecci. “Poter collaborare insieme a Fondazione Pitti Discovery in occasione di una manifestazione come Pitti Filati – centrale per lo sviluppo della moda in Italia e nel mondo e per il distretto di Prato – testimonia il successo delle progettualità quando il territorio si fa rete. L’artista Maurizio Vetrugno è stato scelto per la sua capacità di muoversi tra i diversi linguaggi artistici attraverso una pratica concettuale che non rinuncia alla dimensione estetica e dunque alla sollecitazione dei sensi. Nessuno meglio di Vetrugno”, conclude Stefano Collicelli Cagol, “può interpretare il reale attraverso le sue tele e gli oggetti che compongono le sue collezioni, svelando le connessioni tra gli immaginari che attraversano la cultura pop, l’artigianato, la moda, che nel contesto unico offerto da Pitti Filati saranno ancora più esaltate”.
IL PROGETTO DI MAURIZIO VETRUGNO PER PITTI IMMAGINE FILATI 91
Le immagini di Wild Life Wild Heat ricordano La Mode au Congo di Man Ray, che faceva indossare alle sue mannequins du monde copricapi e monili africani, sottolineando come l’arte africana influenzasse quella internazionale. “Rispetto a Man Ray, le opere di ‘Wild Life Wild Heat’ prendono una direzione simmetrica ma rovesciata, portando soggetti noti e meno noti nel contesto cerimoniale e rituale del teatro di Bali”, spiegano gli organizzatori. “Le maschere di questo palcoscenico sociale sono icone celebri del pop o ribelli esemplari, modelle d’eccezione, profeti inascoltati, dadaisti della prima ora o figure di semplice e pura vanità”.
– Desirée Maida
Firenze // fino all’1 luglio 2022
Maurizio Vetrugno – Wild Life Wild Heat
Fortezza da Basso
https://centropecci.it/
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