Mistico, solenne, contemplativo: ecco il Serpentine Pavilion di Theaster Gates
Dal 10 giugno 2022, e per i prossimi quattro mesi, nei Kensington Gardens di Londra sarà aperto l’immancabile padiglione temporaneo estivo. Quest’anno è stato affidato all’artista statunitense Theaster Gates, che si è avvalso della consulenza architettonica di Adjaye Associates.
Non è la prima volta che un artista si misura con la progettazione del Serpentine Pavilion, il padiglione estivo promosso annualmente da Serpentine Gallery, a Londra, che nella bella stagione accoglie il composito palinsesto di iniziative pubbliche dell’istituzione. A precedere Theaster Gates, scelto nei mesi scorsi per la ventunesima edizione del progetto che debuttò con Zaha Hadid nell’estate 2000, sono infatti stati Olafur Eliasson (nel 2007, con il co-fondatore di Snøhetta, Kjetil Trædal Thorsen) e, dieci anni fa esatti, il terzetto formato da Ai Weiwei, Jacques Herzog & Pierre de Meuron. Probabilmente in nessuno dei due casi precedenti il risultato finale ha restituito il senso della pratica artistica dell’autore coinvolto con la medesima forza e complessità di Black Chapel, com’è denominata la struttura svelata nelle ultime ore e accessibile al pubblico dal 10 giugno.
IL SERPENTINE PAVILION DI THEASTER GATES CON ADJAYE ASSOCIATES
Sviluppato con la collaborazione tecnica dello studio di architettura Adjaye Associates, il padiglione deve la sua identità a una serie di riferimenti architettonici e di archetipi indicati da Gates come fondamentali per la sua produzione e per la visione. Originario di Chicago – dove vive e lavora con la Rebuild Foundation, attiva in operazioni culturali e artistiche in aree complesse della città –, l’artista riunisce in un unico e solenne volume istanze fra loro diverse per provenienza geografica, concettuale e materica. Illuminata dai varchi di accesso e uscita, oltre che da un oculo in copertura che evoca il Pantheon, la cilindrica Black Chapel deve infatti la sua genesi tanto alle capanne di fango del Camerun quanto alle tombe di Kasubi nella regione di Kampala, in Uganda, ma anche ai forni a bottiglia del distretto ceramico inglese di Stoke-on-Trent e alla dimensione trascendentale tipica di un’altra cappella d’autore: la Rothko Chapel a Houston, in Texas.
ANCHE SETTE DIPINTI ALL’INTERNO DELLA BLACK CHAPEL
In questo intreccio di rimandi a territori vicini e lontani, nonché a tradizioni eterogenee, Gates introduce poi due “memorie” personali. Di fronte al padiglione, ha collocato una campana bronzea proveniente dalla demolita chiesa di St. Laurence nel South Side di Chicago, zona in cui la fondazione da lui istituita si è occupata negli anni della riattivazione per scopi culturali di dismessi edifici. Gli appuntamenti che d’ora in poi avranno luogo nella Black Chapel saranno annunciati dal suono di questa campana, così da enfatizzare la connessione fra il padiglione e l’universo rituale sacro. Ma non solo. “Ho sempre voluto costruire spazi che tengano conto del potere del suono e della musica come meccanismo di guarigione e forza emotiva che permette alle persone di entrare in uno spazio di profonda riflessione e partecipazione”, ha precisato lo stesso Gates, rendendo chiare le sue aspettative. Infine, come “presenza permanente” all’interno di questa poetica architettura temporanea, in prevalenza lignea, l’artista ha previsto sette “pannelli dipinti”, realizzati con un materiale usano nel rivestimento delle coperture. Con essi intende rendere omaggio al padre, recentemente scomparso, e al suo mestiere di costruttore di tetti.
-Valentina Silvestrini
https://www.serpentinegalleries.org/
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