L’arte sperimentale di Antonio Barrese in mostra a Milano
Da circa sei decenni Antonio Barrese ha usato la sperimentazione come strumento creativo, spaziando dall’Arte cinetica al design alla didattica. La mostra alla Fondazione Sozzani di Milano ne ripercorre la carriera
È una scoperta la mostra di Antonio Barrese (Milano, 1945) alla Fondazione Sozzani di Milano.
Ci troviamo di fronte a un artista oggi settantasettenne che durante il suo cammino ha attraversato momenti importanti della nostra storia dell’arte. L’artista ha iniziato ventenne con il Gruppo MID, Mutamento Immagine Dimensione, in una Milano ricca di stimoli e idee. Ma il suo rapporto con il gruppo è finito presto, forse proprio a causa del suo bisogno di autonomia poetica e ideologica. Nel corso degli anni si è dedicato all’Arte cinetica, al design, alla Narrativa Visuale, alla didattica, alla teoria dell’arte e del progetto, alle ricerche morfologiche, alla fotografia e al cinema sperimentale. Il suo è un linguaggio assai personale che la mostra nello spazio di Corso Como ‒ una sorta di piccola antologica ‒ mette in luce attraverso moltissimi lavori, collocati su due piani.
LA MOSTRA DI ANTONIO BARRESE A MILANO
Si tratta di una rassegna in cui lo spettatore è chiamato a partecipare attivamente, a generare immagini attraverso i dispositivi creati dall’artista. E la generazione, la produzione di immagini, attraverso linguaggi e modalità diverse, è proprio il cuore di questa inaspettata mostra in cui protagoniste sono immagini astratte, che Barrese ha generato sino dall’inizio del suo percorso, legato strettamente alle avanguardie del Ventesimo secolo.
L’artista è una personalità singolare, è un uomo di studio, di sperimentazione, il quale in questi quasi sessant’anni di attività ha trovato interessanti punti di riferimento soprattutto nella scienza, che si è mossa con una velocità straordinaria.
ARTE E SCIENZA SECONDO ANTONIO BARRESE
La sua ricerca in campo artistico è sempre stata correlata all’ambito scientifico: la luce è protagonista. In tal senso vanno letti i Generatori stroboscopici di interferenze luminose, i Generatori traccianti e i Generatori di interferenze lampeggianti, in cui l’oggetto artistico non è solo frutto di mera progettazione, ma anche di una serie di eventi che possono di volta in volta capitare, a sottolineare la dimensione filosofica antidogmatica del dubbio. In tutto questo il peso della casualità non è messo in discussione.
Negli anni più recenti Barrese ha dato vita a opere di dimensione ambientale e all’Arte Geografica di FlowingRiver_RioAmazonas. La sua ricerca è incentrata su quanto sta per essere, per giungere a offrire, giorno dopo giorno, “nuove probabilità all’impossibile”.
‒ Angela Madesani
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