Quanto conta il valore nell’arte. La mostra di Cesare Pietroiusti a Roma

The Gallery Apart a Roma ospita la mostra di Cesare Pietroiusti, riunendo opere che vanno dagli Anni Ottanta a oggi. Il fulcro è una riflessione sul ruolo e il significato del valore rapportato alla sfera dell’arte

Si chiama Valori la personale di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) da The Gallery Apart, progetto di esordio della collaborazione tra l’artista e la galleria romana, che oltre a presentarne la ricerca più recente offre uno sguardo retrospettivo sulle sue opere più oggettuali. Il tema del “valore” è da sempre uno dei punti nodali nella pratica di Pietroiusti – i più ricorderanno la famosa e irriverente performance in cui l’artista sbocconcellava banconote. Cos’è il “valore”? È un simbolo, è una astrazione, è un concetto che ha a che vedere con la sfera umana, è ciò che sta alla base di una transazione, è un sistema di relazioni. Fa perno su quest’ultimo la serie Introduzione, 2022, dove ogni pannello risponde a una parola chiave – valore, proprietà, interesse, dono ‒ a partire dalle quali si apre un diagramma linguistico, di associazioni, negazioni, strade logiche, deviate e senza uscita. A partire dal lemma principale si avvia un dibattito silenzioso tra ciò che c’è di buono e ciò che invece non lo è, entrano la sfera economica e pubblica, la dimensione affettiva e naturalmente ciò che concerne l’arte e lo shift tra convenzioni di mercato e, ancora una volta, l’intrinseco valore artistico culturale. Ma non c’è giudizio, né presa di posizione. L’approccio è quasi di natura sociologica.

Cesare Pietroiusti, Torre di Pisa, 2020, tecnica mista su carta, 50x70 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

Cesare Pietroiusti, Torre di Pisa, 2020, tecnica mista su carta, 50×70 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

I VALORI DA PRESERVARE E DA DISTRUGGERE SECONDO PIETROIUSTI

Diversamente, nell’archivio Valori, 2022, che accoglie all’ingresso i visitatori, si trova un po’ di tutto. Disegni, tracce, schizzi, bozzetti. È come se l’artista avesse portato in mostra un po’ della sua storia. In tal caso la dimensione affettiva la mette in mezzo l’artista stesso, quando invita lo spettatore a prendere per sé un disegno e a distruggerlo nelle modalità ivi descritte. Il tema è: il fortunato spettatore lo farà? Probabilmente no, perché dà valore all’opera dell’artista e gli sembrerà di compiere quasi un sacrilegio. Ma se integro il disegno in sé non vale nulla, perché Pietroiusti non lo riconosce come opera. Il cortocircuito è in atto: nel pezzo di carta che ancora conservo c’era scritto di darvi fuoco. Ammetto che non ho ancora avuto il coraggio di farlo e di esorcizzare la mia paura di ridurre in polvere qualcosa cui do peso.

Cesare Pietroiusti, Mille Lire. Fatevi li cazzi vostri, 1988 2018, stampa digitale su alluminio, 100x55 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

Cesare Pietroiusti, Mille Lire. Fatevi li cazzi vostri, 1988-2018, stampa digitale su alluminio, 100×55 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

LE OPERE DEGLI ANNI OTTANTA

Più antico è Mille Lire. Fatevi li cazzi vostri (1988-2018), stampa su alluminio ad altezza busto, dove l’artista recupera la antica pratica di usare le banconote come veicolo di messaggi di pasquiniana memoria o insulti vernacolari o addirittura d’amore, come in Duemila Lire. L’altra metà è con lui (1988), usando il rarissimo cartamoneta da duemila per l’appunto, fino, dello stesso anno, alle cinquemila lire che mettono in classifica i successi di Claudio Baglioni. In mostra c’è anche il residuo di una azione condotta da Pietroiusti alla Biennale di Tirana, nel 2005, tre anni dopo l’ingresso dell’Italia nell’euro: una banconota da 100 euro divorata, defecata e poi inserita in una teca. Quanto vale ora?

Cesare Pietroiusti, _Pinocchio_ nuovo con gomma, Trieste Zona A, 1954, 25 Lire rosa carminio sovrastampato, I, 2022, 36x24 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

Cesare Pietroiusti, _Pinocchio_ nuovo con gomma, Trieste Zona A, 1954, 25 Lire rosa carminio sovrastampato, I, 2022, 36×24 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy The Gallery Apart, Roma

I FRANCOBOLLI DI PIETROIUSTI

Sempre nella logica che disarciona dalla sella il nostro comune senso di cosa abbia o meno valore, cosa sia importante e necessario, ma anche il valore dichiarato, reale o quello causato dai saliscendi delle micro e macrostorie (una banconota da 100 euro nel 2005 aveva un valore, nel 2022 vale di meno, ovviamente, ma se è in frammenti ha ancora un valore? E se diventa un’opera quanto costa poi?) si articola il concept alla base dei lavori esposti nel basement della galleria. C’è anche un aneddoto personale, che ha a che vedere con la collezione di francobolli ereditata dall’artista dal padre recentemente scomparso e condivisa più con la nipotina che con il figlio. Oggi che i francobolli, anche quelli da collezione, hanno perso la propria funzione, trasformati come sono in astrazione, resta soltanto la bellezza delle immagini e del mondo offline che raccontano. L’artista li compone e li scompone e da uno in particolare dedicato a Pinocchio del 1954 ricava l’ultimo lavoro esposto. Un piccolo frammento viene ingrandito, riprodotto, si fa opera, il tutto viene analizzato nella sua storia e nella sua assenza. L’intera serie o i singoli pezzi che la compongono (Pinocchio nuovo con gomma, Trieste Zona A, 1954, 25 Lire rosa carminio sovrastampato, I-II-III-IV-V-VI, 2022) hanno un certificato di autentica, ovviamente e come tutte le opere, ma si tratta di un video di nove minuti che fonde nell’anima puramente concettuale del lavoro la storia dell’artista e della sua famiglia. Dando valore alle cose che poi stanno più vicino al cuore, quelle dette, quelle non dette, i sentimenti, le incomprensioni, i ricordi.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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