Video e performance nella mostra di Dara Friedman a Cremona
La video performance immersiva di Dara Friedman è il nuovo capitolo del progetto espositivo avviato un anno fa nella chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona
All’interno della seicentesca chiesa di San Carlo a Cremona Dara Friedman (Bad Kreuznach, 1968) occupa, come lei stessa afferma, ogni particella dell’imponente spazio che diventa a sua volta opera d’arte. Appena entrato, lo spettatore è avvolto da una luce aranciata che permea l’ambiente, ottenuta anche grazie all’uso di pellicole colorate poste sui vetri: il colore ha per l’artista una valenza fisica, è un luogo in cui siamo trasportati. Su un grande schermo al centro è proiettato un video che prende il titolo di Mandorla, perché tale forma è stata ottenuta casualmente dall’artista durante la sovrapposizione delle riprese, fatte in quarantena, del sole che sorge e tramonta. Durante questo susseguirsi di albe e tramonti, fa la sua comparsa una pantera, che quasi sfida lo spettatore con movimenti della coda sinuosi e ipnotici.
LE OPERE DI DARA FRIEDMAN IN MOSTRA A CREMONA
Esattamente sotto al video l’artista ha disegnato, con gessetti colorati, uno dei suoi labirinti, metafora della vita umana, nel quale si trova un solo punto di entrata e un solo punto di uscita. Questa è la parte performativa cui è invitato a prendere parte lo spettatore, che entra nel labirinto con le proprie esperienze pregresse ed esce avendone acquisite di nuove. A implementare la tensione un audio non sincronizzato con il video, ottenuto dalla sovrapposizione di due sole note di violino con il suono di alcuni bong.
‒ Rebecca Delmenico
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