A Peccioli apre il primo museo pubblico d’arte contemporanea a cielo aperto d’Italia
Il nuovo museo Macca, sia un acronimo sia un riferimento al concetto toscano di “abbondanza”, vuole riunire sotto un cappello istituzionale tutte le installazioni e opere presenti in città, che toccano oggi quasi quota settanta
Nel cuore della Valdera, tra Pisa e Volterra, sta per nascere il primo museo di arte contemporanea a cielo aperto d’Italia. La città di Peccioli annuncia così la prossima apertura del museo Macca – il cui nome è sia un acronimo delle lettere che lo definiscono sia un riferimento al concetto toscano di “abbondanza” –, poco dopo il riconoscimento del museo archeologico della città come struttura di livello nazionale e l’ammissione della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2025 in rappresentanza dell’intera valle. Un progetto, quello annunciato lo scorso 10 luglio, che gli organizzatori non esitano a definire ambizioso – l’ispirazione per il concept iniziale è dopotutto quella dei grandi musei internazionali, primo tra tutti il Moma di New York –: anche per questo, il lancio sarà supportato dall’agenzia milanese AbSoluta, che ha già lavorato con il Sistema Peccioli a supporto della sua presenza alla Biennale Architettura 2021 a Venezia.
IL NUOVO MACCA DI PECCIOLI
L’ambizione di Peccioli non è che l’ultimo step di un lungo lavoro atto a distinguersi come punto di riferimento per l’arte contemporanea a livello nazionale (non per niente è nel Best Of di Artribune 2021 come “miglior piccola città” per contenuti e servizi in tema). L’apertura del borgo nei confronti dell’arte contemporanea inizia più di trent’anni fa, nel 1991, con la rassegna Specie di spazi a cura di Rita Selvaggio e gli interventi degli artisti Vittorio Messina, Vittorio Corsini e Hidetoshi Nagasawa. Con l’aggiungersi di opere iconiche come le quattro Presenze di Naturaliter Snc all’Anfiteatro di Fonte Mazzola e all’impianto di smaltimento rifiuti di Legoli, Endless Sunset di Patrick Tuttofuoco, Solid Sky di Alicja Kwade e i lavori di David Tremlett – l’ultimo dei quali è Via di Mezzo, a Ghizzano –, le opere e installazioni presenti sul territorio hanno sfiorato a luglio 2022 quota settanta. Dal riconoscimento del valore di questo patrimonio gemma dunque la scelta del Comune di Peccioli, in collaborazione con Belvedere Spa e Fondazione Peccioliper, di trasformare il museo in un punto di riferimento più strutturato, con relativo brand e sede fisica nel centro storico (dove sorge peraltro il futuribile New Senza Tempo Palace di Mario Cucinella). Ora non resta che individuare un direttore o una direttrice. Lungi dal considerare l’apporto degli artisti alla città concluso, questa decisione va a rinnovare l’invito della città a confrontarsi con i suoi luoghi e le sue storie, aprendosi dall’altro lato a turisti di ogni età che vogliano immergersi in questo vivo dialogo.
– Giulia Giaume
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