La Scena dell’Arte unisce due sponde del Lago di Como, ponte tra ArchiViVitali e Villa Carlotta
Gettare un ponte tra le due sponde del Lago di Como, come in una scenografia teatrale. La Scena dell'Arte, progetto diffuso tra ArchiViVitali e Villa Carlotta, parte dalla figura del duca Giorgio II Meiningen e dalla sua passione per arte e botanica
Due sponde del Lago di Como divise per natura sociale e sviluppo del territorio, diventano ora mete comunicanti sotto l’insegna di arte e teatro. La Scena dell’Arte, a cura di Velasco Vitali, viene definito un “progetto diffuso d’arte contemporanea” ma è più un’occasione d’incontro tra realtà solitamente distinte: quella di Tremezzina (Como), località interessata da un turismo altolocato e internazionale; quella di Bellano (Lecco) cuore manifatturiero del lago. Il progetto si distingue in due sezioni: Il teatro segreto a Villa Carlotta e Straniamenti nello Spazio Circolo di Bellano di ArchiViVitali, dove si sta organizzando l’Archivio dei dipinti, dei disegni e delle incisioni di Giancarlo Vitali. Andrea Vitali e Giancarlo Vitali hanno dato vita inoltre a una collana di libri d’artista, mentre Velasco Vitali è artista e curatore. La mostra La Scena dell’Arte ha inaugurato il 2 luglio e sarà visitabile sino al 6 novembre 2022.
IL TEATRO SEGRETO E LA STORIA DI VILLA CARLOTTA
Il teatro segreto vede come protagonisti lo stilista Antonio Marras e Ferdinando Bruni, attore e regista, co-direttore artistico del teatro Elfo Puccini di Milano. I due si confrontano costruendo un paesaggio effimero, una sorta di macchina scenica che si dispiega lungo la galleria al piano superiore della Villa. Da enormi bauli porta-costumi vengono estratti dipinti, sculture, objets trouvés, paraventi, manichini, come in una scenografia teatrale. Ferdinando Bruni dipinge delle tele rosse – quelle logore che le sarte usano per passare il ferro da stiro sui capi nuovi – rappresentandovi con ricorrenza un corvo, animale intelligente e mortifero, simbolo di oscuro presagio in Occidente, legato alla memoria in Oriente. Bruni utilizza anche antiche incisioni ottocentesche per improvvisare narrazioni fantastiche. Sopra sette tavoli vengono, invece, presentate le opere di Antonio Marras. In alcuni collage Marras utilizza stoffe, frammenti di vecchie giacche e abiti; in altri su carta, ritaglia silhouette di pesci, profili di dame e cavalieri rinascimentali, sovrapponendo steli di fiori secchi tratteggiati ad acquerello. I suoi manichini vogliono alludere ai corpi di donne appassionate e dalla vita avventurosa, nobili amanti del viaggio, sempre in movimento tra le capitali europee più eleganti, San Pietroburgo e Parigi, Praga e Dresda. Ma da dove prende ispirazione la tematica espositiva? Tutto parte dall’ultimo proprietario di Villa Carlotta, il duca Giorgio II Sassonia Meiningen. Il luogo incanta per le sue stanze di spirito neoclassico, non mancano i marmi immacolati di Bertel Thorvaldsen, ma soprattutto per il suo giardino botanico ricco di azalee e rododendri. Non solo si ammirano fontane e siepi curate, ma si può anche apprezzare un’anima più selvatica e romantica: laghetti, agglomerati rocciosi, felci, piante tropicali e succulente.
STRANIAMENTI ALLO SPAZIO CIRCOLO DI BELLANO
Giorgio II introdusse delle piccole rivoluzioni nell’ambito del Teatro di fine Ottocento, dando vita ad un vero e proprio cenacolo musicale e teatrale. Affidò la direzione del proprio teatro di corte a compositori quali Hans von Bülow, Richard Strauss, Wilhelm Berger e Max Reger. Così spiega Velasco Vitali: “prima la scena era vista comesemplice fondale e ruotava intorno all’attore protagonista. Piano, piano il teatro si trasforma in un lavoro di regia e la scena diventa una forma organica, costellata di presenze. Lo scenario si complica perché, ci si chiede, che differenza c’è tra realtà e finzione?”. Se comparse e personaggi secondari diventano essenziali all’impalcatura della pièce, iniziano le incursioni da parte dell’arte visiva contemporanea che sconvolge costumi e palco. Queste innovazioni fecero scuola e furono fonte di ispirazione, prima per Konstantin Stanislavskij, più tardi per Sergej Ėjzenštejn a Mosca e Lee Strasberg a New York. Per tal motivo, entrando nello Spazio Circolo a Bellano, troviamo una raccolta di opere che, insieme, costituiscono un’ambientazione corale dove arte e teatro si contaminano. Si nota la grande silhouette Nowhere di Emilio Tadini pensata per il Teatro Franco Parenti di Milano, gli studi sui costumi per Edipo Re di Antonio Marras, un surrealistico bozzetto di Aldo Carpi, i costumi immaginati per l’Amleto da Giovanni Testori, quelli disegnati da Pier Luigi Pizzi per il Re Lear e da Nicolas Benois per la Perséphone di Stravinskij. Tra gli altri, spiccano il dipinto originale per il manifesto di Cavalleria Rusticana del Teatro Regio di Torino di Paolo Ventura, i loghi per il Teatro dell’Elfo di Mimmo Paladino, infine l’opera di Claudia Losi Dialogo tondo.
-Giorgia Basili
ArchiViVitali e Villa Carlotta
La Scena dell’Arte
A cura di Velasco Vitali
Fino al 6 novembre 2022
Villa Carlotta, Tremezzina, Como
Il teatro segreto
Ferdinando Bruni e Antonio Marras
Spazio Circolo, Bellano, Lecco
https://antoniomarras.com/it
https://www.villacarlotta.it/it/giardino/
https://archivivitali.org
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati