Sulle tracce di Marcel Proust. La mostra di Marco Jaccond ad Aosta
Qual è il legame tra la memoria e il capolavoro proustiano per antonomasia? Tentano di dare una risposta le opere su carta di Marco Jaccond in mostra nella Chiesa di San Lorenzo ad Aosta
Nel bel saggio breve pubblicato fra le pagine del catalogo che accompagna la mostra di Marco Jaccond (Aosta, 1957), Autour de Marcel Proust (1871-1922) alla Chiesa di San Lorenzo di Aosta, il filosofo Maurizio Ferraris scrive: “Si sbaglia a pensare che la ‘Recherche’ parli di memoria così come ‘Guerra e pace’ parla di Russia. Racconta invece di come la memoria costituisca tutto quello che noi siamo. Siamo quello che ricordiamo, o che altri ricordano di noi”. Si tratta di una mostra raffinata e densa, a cura di Daria Jorioz, che propone numerosi lavori di piccole dimensioni in cui l’artista valdostano propone un gruppo di opere realizzate negli ultimi due anni.
MARCO JACCOND IN MOSTRA AD AOSTA
Nessuno l’intento celebrativo, piuttosto il tentativo, riuscito, di introdurre chi guarda nel mondo della Recherche. Sono lavori calligrafici messi a punto da un personaggio che ha affiancato l’attività artistica a quella di docente di materie letterarie. Sono opere colte, cariche di riferimenti, in cui nulla è stucchevole. Ciascuno può entrarvi attraverso modalità proprie. Ogni opera su carta costituisce un piccolo mondo in cui Jaccond ha inserito oggetti, fogli, immagini fotografiche rielaborate per farci fare un salto nel tempo e in un mondo che ogni volta ci riserva sorprese spirituali e dell’immaginario. Come se ci trovassimo in un curioso incrocio tra Joseph Cornell e Jiří Kolář, in cui la memoria e i riferimenti letterari diventano originale esperienza per ognuno di noi.
‒ Angela Madesani
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