Le gallerie d’arte italiane hanno invaso Monopoli. Ecco come è andata
Una formula che ha del miracoloso, ma può rafforzarsi nel futuro con una selezione di opere sempre più rivolta agli interventi site specific. Un commento sull’edizione di Monopoli dell’evento Panorama
L’immagine più forte di Panorama, il progetto diffuso nella città di Monopoli curato da Vincenzo de Bellis e promosso dal consorzio Italics che riunisce 70 gallerie italiane di arte antica, moderna e contemporanea? Probabilmente il dialogo tra la scultura-installazione La casa abbandonata (19977-1983) di Mario Merz e la serie di teli antipolvere Santi in giardino (2022), dove uno Stefano Arienti, in stato di grazia, ha disegnato con pennarelli dorati paesaggi e giardini classici, in una sorta di reverie che si sposa perfettamente con gli stucchi e i marmi della chiesa di San Salvatore, affacciata sul lungomare della cittadina pugliese, che ospita dal 1 al 4 settembre la kermesse artistica.
PANORAMA: DA MATTEO FATO A CESARE FRACANZANO
A pochi passi, una cappellina dedicata a San Giovanni è stata trasformata da Matteo Fato in un ambiente dedicato alla Madonna della Madia di Monopoli, intitolato senza tempeste, senza naufragio e senza alcun merito nostro (2022). Più scenografico ma altrettanto delicato Il cacciatore di polvere (2018-2022) l’intervento di Alessandro Piangiamore nella chiesa di San Martino, con un tappeto di sabbie di colori diversi, che l’artista ha combinato avendo negli occhi sia le tarsie marmoree degli altari barocchi che i “camouflage” realizzati da Alighiero Boetti alla fine degli anni Sessanta. Una delle caratteristiche di questa edizione di Panorama è il dialogo tra antico e contemporaneo, introdotta dalla relazione visiva, concettuale e simbolica tra il dipinto di Cesare Fracanzano La famiglia del satiro (1645-50) e gli specchi di Michelangelo Pistoletto della serie Prost (2008) nell’interno barocco della chiesa dei SS. Giuseppe e Anna, che raffigurano alcune prostitute in pose volgari e sguaiate. “Questo confronto mi sembra un grande valore aggiunto di questa manifestazione, che permette di riunire in un’unica mostra pubblici diversi “ dichiara Alessandra di Castro , che presenta il suo Angelica e Medoro (1633-34) di Giovanni Lanfranco in una delle sale di palazzo Martinelli, che risultano un filo troppo affollate per godere appieno della qualità di molte delle opere che vi sono esposte, come Copertine (Anno 1984) (1984) di Alighiero Boetti e Materia in trasformazione (1951) di Alberto Savinio, in dialogo con il piccolo e misterioso Tutti i crocicchi del cielo sarebbe affollati di nostre controfigure (2021) di Giangiacomo Rossetti.
PANORAMA: DIALOGHI TRA MODERNO E CONTEMPORANEO
Tra le opere più intime ed emozionanti figura l’installazione sonora di Luzie Meyer A Trap, a Miracle (2022) sotto l’arco della Porta dell’Antico Porto e l’opera di Ann Veronica Janseens Blanchette (2007) nell’androne di palazzo Bregante, insieme al video di Pier Paolo Calzolari Il pianto (1972) sotto le volte in pietra delle Stalle di Casa Santa. Un vero capolavoro Untitled di Marisa Merz in una sala del Castello di Carlo V, in un intenso e poetico dialogo con la Madonna col bambino e San Giovannino (1606-55) di Lorenzo Lippi, alleggerito dalla presenza poetica di Altalena (2022) di Francesco Arena. Tra le sedi con più opere spicca per qualità e rigore il Complesso di San Leonardo, dove ogni stanza è occupata da lavori scelti con attenzione, tra i quali spiccano le raffinate sculture del giovane Diego Miguel Mirabella El asunto Miguel (2022), gli Abiti Mentali (1977) dell’artista pugliese Franca Maranò, riscoperta dopo decenni di oblio, e il video di Runo Lagomarsino Europa point (2019). Un meritato successo per Panorama dopo la prima edizione a Procida nel 2021, che in questo caso ha l’ulteriore merito di avere aperto al pubblico chiese e palazzi chiusi da molti anni, nella messa a punto di una formula che ha del miracoloso, ma può rafforzarsi nel futuro con una selezione di opere sempre più rivolta, quando possibile, verso interventi e /o allestimenti site-specific, che aggiungono un rilevante valore aggiunto alla manifestazione.
– Ludovico Pratesi
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