Chris Soal e David Schnell in mostra alla galleria Eduardo Secci a Milano
La galleria di Eduardo Secci nello spazio principale e nello spazio sperimentale NOVO ospita due artisti diversissimi ma complementari. E il risultato convince
Non è facile riuscire a bilanciare due artisti così diversi come Chris Soal (Sudafrica, 1994) e David Schnell (Bergisch Gladbach, 1971) senza che uno prevalga sull’altro. Eduardo Secci, con le due mostre inaugurate a Milano rispettivamente negli ambienti della galleria e in quelli di NOVO, è riuscito a mettere insieme due artisti internazionali ‒ entrambi alla loro prima personale in Italia ‒ caratterizzati da linguaggi e medium differenti ma complementari per i temi trattati.
LA PITTURA DI DAVID SCHNELL IN MOSTRA A MILANO
Una scena all’aperto, un altare, forse? Degli alberi illuminati dal bianco. A spiccare all’interno dello spazio NOVO sono i quadri di David Schnell, capaci di costruire paesaggi immaginari con elementi geometrici il cui linguaggio è in bilico tra figurazione e astrazione. Il protagonista non è l’uomo – che si limita a vivere negli spazi rappresentati – ma la luce che plasma l’ambiente pittorico, rendendolo tridimensionale e plastico. Curata da Pier Paolo Pancotto, la mostra può essere fruita in due modi: dall’esterno, osservando come questi paesaggi dipinti s’innestano nello spazio urbano, oppure stando all’interno della galleria e osservando le opere le grandi tele a olio realizzate tra il 2013 e il 2022, affiancate da una selezione di prove su carta che attestano la spiccata attitudine di Schnell per le tecniche incisorie. In tutti i suoi lavori la natura e gli agglomerati urbani sono ridotti a elementi geometrici affiancati: svuotati della loro matericità, si aprono a una riflessione tra ordine e caos, passato e presente.
LE OPERE E I TEMI DI CHRIS SOAL
Le sculture di Chris Soal all’apparenza nascondono il materiale umile con cui sono state realizzate – stuzzicadenti e tappi di bottiglie di birra. L’uso di oggetti di scarto quotidiani, insieme al cemento e ad altri materiali industriali, rende ciò che è familiare misterioso e quasi irriconoscibile, pregno di nuovi significati socio-politici che portano a riflettere sulla nostra condizione attuale, come il rapporto con la natura e gli eccessi del consumo. È forte il rimando all’eredità dell’Arte povera italiana attraverso la bruciatura, la crepa, la fessura.
Soal mostra come l’entropia si sviluppa nell’artificiale dandogli una forma organica. Da un lato, con gli stuzzicadenti, la percezione del materiale di partenza è ribaltata, mentre i tappi di bottiglia, recuperati dalle strade e infilati in cavi elettrici per recinzioni, compongono loro stessi la forma dell’opera, seguendo la loro naturale torsione.
‒ Silvia Rossetti
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