Paure di ieri e di oggi. Tano Festa e Nicolò Tomaini in mostra in Umbria
Se si mettono a confronto le inquietudini degli Anni Sessanta e quelle di oggi, le differenze non sono così strabilianti. È ciò che emerge dalla mostra alla Rocca di Umbertide
Nella cornice medievale della Rocca di Umbertide corridoi, scale e pavimenti in cotto ben si prestano ad accogliere riflessioni sui rapporti tra antichità e contemporaneità. A essere ospitati per l’occasione sono due artisti apparentemente scollegati tra loro: Nicolò Tomaini e Tano Festa, in dialogo sulle inquietudini e sulle usanze dei loro rispettivi tempi.
L’idea della mostra nasce da lunghe chiacchierate notturne tra il curatore Filippo Mollea Ceirano e Nicolò Tomaini (Lecco, 1989), ai quali si aggiungono i curatori Giorgio Bonomi e Raffaele Soligo per trasformare queste visioni notturne in una mostra che regala al pubblico l’occasione di gettarsi in nuovi scenari narrativi.
NICOLÒ TOMAINI E TANO FESTA ALLA ROCCA DI UMBERTIDE
Tano Festa (Roma, 1938-1988) durante la carriera scelse materiali particolari per la creazione delle sue opere: persiane, specchi, obelischi, che per lui, a differenza dei colleghi oltreoceano della Pop Art, non erano meri oggetti di consumo, bensì articoli che rappresentano la quotidianità visiva di chi passeggia e vive a Roma. Tomaini invece prende gli oggetti, ormai inseparabili, della nostra quotidianità, come tablet, cellulari e cartoni d’imballaggio, oppure sceglie immagini che aleggiano nervosamente nelle nostre menti: gli upload. Secondo i curatori il filo conduttore per la lettura di questa mostra è l’inquietudine che accomuna i due artisti nell’analizzare il proprio tempo, la paura di disumanizzarsi e trasformarsi in macchine per il consumo dimenticando l’importanza del vivere come esseri umani, ovvero di emozioni e sensazioni non sintetizzabili.
‒ Lucrezia Arrigoni
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