San Basilio a Pisticci. Una residenza d’artista in un castello della Basilicata
La storia del territorio e quella della collezione della antica famiglia Berlingieri si mescolano tra le mura del Castello di San Basilio a Pisticci, in provincia di Matera. Un edificio tutto da scoprire, ora anche residenza estiva per artisti internazionali
Situato tra le antiche città di Metaponto e Matera, in una zona remota e difficile da raggiungere del Sud Italia, lontana dalle mode e dalle distrazioni, il Castello di San Basilio a Pisticci è uno spazio surreale e allo stesso tempo un luogo ideale per la ricerca, la sperimentazione artistica e lo scambio culturale tra artisti, curatori, collezionisti e professionisti. Una vocazione all’arte, quella di San Basilio, nata negli Anni Sessanta del secolo scorso grazie all’attenzione dei marchesi Berlingieri, mecenati e appassionati di arte contemporanea, che hanno reso questa antica struttura, costruita come masseria fortificata dalla comunità monastica dei Basiliani nel VII secolo, uno spazio caratteristico per ospitare l’importante collezione di famiglia, formata da lavori pittorici, fotografici, scultorei e da installazioni site specific. Le opere collocate negli ambienti interni del castello, ma anche sulla facciata d’ingresso e all’esterno dell’edificio, generano un continuo dialogo tra dentro e fuori, tra antico e contemporaneo. Inoltre, raccontano le storie di vita e le relazioni tra i committenti e gli artisti che sono passati da questo luogo.
LA STORIA DELLA COLLEZIONE BERLINGIERI
La collezione, per la sua unicità e per la rilevante qualità delle opere, è considerata un esempio virtuoso di collezionismo che si è tramandato nel tempo: iniziata da Annibale e Marida Berlingieri nella seconda metà degli Anni Sessanta con un forte indirizzo verso tendenze minimaliste e concettuali, inizialmente influenzato dal legame di amicizia con Giuseppe Panza di Biumo e il gallerista torinese Gian Enzo Sperone. Dalla metà degli Anni Novanta la raccolta si amplia grazie al contributo e ai gusti della figlia Lidia Berlingieri che, insieme al marito Piervittorio Leopardi, sposta inizialmente il focus sulla fotografia contemporanea per poi ritornare alla scultura, alla pittura e a opere site specific pensate per il castello.
In questo scenario, Aloisia Leopardi, giovane e talentuosa curatrice, oltre a seguire le orme del nonno e dei genitori, dal 2019 invita giovani artisti internazionali a risiedere e a esporre le loro opere nel Castello di San Basilio. È proprio in questo spazio che l’abbiamo incontrata per farci raccontare la sua storia, il suo progetto di residenza e le relazioni che pensa di stabilire con le altre realtà presenti sul territorio.
INTERVISTA AD ALOISIA LEOPARDI
Da quattro anni proponi, presso il Castello di San Basilio, un programma di mostre e residenze artistiche. Come nasce e come si struttura il progetto?
Negli ultimi anni, mentre lavoravo per una galleria a Londra, mi sono resa conto di come l’arte sia diventata piuttosto un fenomeno commerciale, una “moda”. Tutto ciò rischia di provocare una reazione negativa negli artisti, che sono portati spesso a seguire ciò che richiede il mercato dell’arte, piuttosto che proporre qualcosa di originale. Così, nel 2019, ho sentito il bisogno di creare un progetto di residenze in un luogo in cui l’artista, lontano dalle distrazioni e dalla superficialità della vita di tutti i giorni, potesse trovare nuovi stimoli. La scelta del luogo è caduta su un posto a me caro: il Castello di San Basilio, in Basilicata, dove ogni anno ho trascorso, sin da bambina, il periodo estivo. Qui avevo potuto sperimentare l’effetto positivo che esso aveva sugli artisti giunti a far visita ai miei nonni e ai miei genitori.
Cosa accadde allora?
Dovevo solo selezionare degli artisti e fare in modo che, durante il soggiorno al Castello di San Basilio, potessero trovare la giusta ispirazione e concentrazione per svolgere il lavoro. Il progetto è partito così, senza regole prestabilite. Quando l’artista arriva a San Basilio, all’inizio si dedica alla scoperta del paesaggio circostante. Dopodiché inizia a buttare giù delle idee. Col tempo, ma senza alcuna forzatura, inizia a produrre delle opere. Gli elementi che concorrono a generare l’ispirazione sono tanti. Tra questi, il paesaggio lucano, la storia della regione, l’incontro con le persone del luogo, ma, soprattutto, gli ambienti del monastero fortificato, i cui spazi austeri si adattano perfettamente a fare da contenitore per l’arte contemporanea.
Al termine del periodo di residenza, organizzo una mostra per presentare i lavori prodotti dall’artista a un gruppo di appassionati, provenienti da tutto il mondo.
Come avviene la selezione degli artisti in residenza?
Essendo un progetto ancora molto giovane e in via di sviluppo, invito dai due ai quattro artisti all’anno. Un numero ristretto mi consente di dedicarmi al meglio a organizzare la loro permanenza, dando la giusta attenzione a ogni singolo partecipante. Di solito scelgo gli artisti in base al mio gusto personale, oppure prediligo quelli di cui prevedo un futuro interessante. Tendo sempre a seguire la loro carriera per un paio d’anni prima di invitarli. In futuro vorrei ampliare il programma, istituendo una open call o una giuria, per estendere la selezione ad artisti fuori dal mio circuito.
Quali artisti hai invitato tra il 2019 e il 2021?
Nel 2019 sono venuti in residenza gli scultori Oren Pinhassi e Michele Mathison e nel 2021 il duo di performance artist GRJB, formato da Gabriella Rhodeen e Jesse Bonnell. Nel 2020, purtroppo, a causa del Covid, ho dovuto rimandare il programma all’anno successivo, ma ne ho approfittato per aiutare via zoom gli artisti GRJB, che da Los Angeles hanno potuto preparare al meglio il materiale che serviva per sviluppare la loro ricerca sulla Basilicata, tema della loro performance.
LA RESIDENZA E LA MOSTRA 2022 AL CASTELLO DI SAN BASILIO
Quest’anno hai invitato al Castello Sheida Soleimani, Nour El Saleh, Nicolás Said e Rade Petrasevic. Ci parli della loro esperienza a San Basilio?
A inaugurare il programma estivo di quest’anno è Sheida Soleimani, che durante la sua residenza ha realizzato tre opere fotografiche, ora esposte nell’ambito della sua mostra personale Pillars of Industry. La mostra fa leva su due questioni riguardanti il territorio della regione Basilicata: da un lato si riferisce all’importanza storica del luogo, caratterizzata dal passaggio delle civiltà greca, romana, bizantina e normanna; dall’altro allude all’ILVA, la più grande e inquinante acciaieria d’Italia che, tuttavia, si fa carico di gran parte della produzione siderurgica italiana. Contrapponendo le immagini dell’acciaieria a quelle dei tesori storici della Basilicata, il lavoro di Soleimani fonde scultura, collage e fotografia, per portare alla luce prospettive critiche su eventi sociopolitici, storici e contemporanei. Le fotografie, installate su plinti scultorei bianchi e blu, che richiamano le ciminiere dell’ILVA, illustrano l’impatto della fabbrica sul territorio e le relazioni precarie e complesse tra passato e presente, potere e giustizia, crescita e sostenibilità.
La seconda artista, Nour El Saleh, è una pittrice libanese, residente attualmente a Londra. La mostra al Castello di San Basilio è la sua prima personale in Italia. Le sue opere esplorano le nozioni di identità, luogo e memoria dove l’alternativo è la chiave per entrare in mondi sconosciuti, ibridi che si affacciano su due versanti geografici distanti tra loro: il Medio Oriente e Londra, luoghi in cui ha ricevuto la sua educazione. Il forte simbolismo che anima i suoi quadri è debitore delle iperdrammatiche composizioni religiose europee: i personaggi che popolano questi mondi presentano caratteristiche esagerate, al limite del grottesco, interpretando gli aspetti codificati e ritualistici della nostra società.
E per quanto riguarda gli altri due artisti?
Sono legate all’idea di mondi singolari, ricchi di elementi magici e religiosi, le opere su carta del terzo artista, Nicolás Said, che predilige la tecnica del puntinismo per la realizzazione delle sue opere; in questo modo, rievocando miti e racconti folcloristici, trasforma tali storie in rappresentazioni illogiche, dove riemerge il lato inquietante della fiaba e della favola. Protagoniste di queste realizzazioni sono creature ibride, metà umane e metà animali, che si estendono oltre il mondo materiale, surrealisticamente circondate da uccelli, finestre, clessidre che fluttuano nello spazio, nell’assenza del tempo e della razionalità.
Rade Petrasevic conclude il periodo di residenza estiva programmato per quest’anno. I suoi dipinti sintetizzano entrambe le pratiche trattate separatamente da El Saleh e Said. Presentano colori vibranti, impressi grazie a pennellate piatte, ma espressive. Dal 2014 dipinge per mezzo di linee grafiche per sottolineare senza equivoci la bidimensionalità del suo lavoro. Le figure che si vogliono far emergere sono semplici, ripetute, con l’intenzione di formare composizioni di ispirazione classica. Tramite stereotipi e cliché Rade Petrasevic mostra un approccio umoristico alle tradizioni storico-artistiche, toccando, tuttavia, temi centrali per il presente, tra cui la questione della sessualità e il rapporto tra intimità e socialità.
LA STORIA DEL CASTELLO DI SAN BASILIO
Il Castello di San Basilio è un luogo che racconta la storia di un territorio ma anche quella della tua famiglia. Quanto è importante per te e per gli artisti che inviti a lavorare in questo spazio?
Il Castello di San Basilio è per me un posto unico. È un luogo ricco di storia e di ricordi a me cari; qui ho imparato ad apprezzare e interagire con l’arte contemporanea, grazie alla passione che i miei nonni e i miei genitori mi hanno trasmesso. Ho avuto, sin da piccola, la fortuna di crescere circondata da artisti. Con i miei genitori visitavamo il loro studio e mi facevano giocare in mezzo alle loro opere d’arte. Sono felice di proseguire questa tradizione, invitando artisti delle nuove generazioni perché sono convinta che questo luogo possa essere fonte di ispirazione per tanti di loro.
C’è un episodio o un’opera legata alla storia della collezione che preferisci far conoscere agli artisti in residenza o in generale alle persone che visitano il castello?
Negli anni molti artisti sono venuti a trovarci a San Basilio e ognuno ha lasciato il segno. Mio nonno Annibale mi racconta sempre di quando ricevette la visita di Christo, nel 1970. Durante la sua permanenza, impacchettò un’antica carrozza di famiglia. I miei nonni ne rimasero entusiasti, anche se all’epoca creò molto scalpore in famiglia: il padre di mio nonno, quando la vide, rimase senza parole. Dopo pochi giorni, scrisse a suo figlio una lettera cattivissima in cui diceva che doveva smettere di “buttar via i soldi per oggetti inutili”, rischiando di mettere a repentaglio il futuro della famiglia. Mio nonno conserva ancora oggi gelosamente questa lettera. Oggi la Carrozza di Christo è uno dei pezzi più iconici della nostra collezione.
Quali differenze ci sono tra gli artisti invitati dalla tua famiglia e quelli che hanno partecipato alla tua residenza?
Abbiamo tutti gusti molto diversi e discutiamo spesso sull’acquisizione di nuove opere. Ognuno è legato ai propri artisti, e spesso nascono delle discussioni abbastanza accese, ma questo è il bello di avere tre generazioni di collezionisti, con in comune l’amore per l’arte contemporanea.
C’è una grande differenza tra gli artisti invitati al tempo dai miei nonni e i miei genitori, che erano già abbastanza affermati, e quelli che invito io in residenza, che sono a volte agli inizi delle loro carriere e a volte nemmeno rappresentati da una galleria.
Come interagisce la comunità del luogo con i progetti d’arte contemporanea e con gli artisti ospiti presso San Basilio?
Gli artisti sono in residenza per un periodo che va dalle tre settimane ai tre mesi. Durante questo arco di tempo visitano i borghi della Basilicata, facendo così amicizia con alcuni degli abitanti, che poi vengono a visitare le loro mostre d’arte.
Nel 2021 il duo di artisti GRJB ha prodotto una serie di performance e una scultura site specific a Pietragalla, nella provincia di Potenza. Per il progetto hanno coinvolto la comunità del borgo intervistando alcuni dei suoi abitanti e raccogliendo informazioni sulle tradizioni locali.
LA BASILICATA E L’ARTE CONTEMPORANEA
Quali sono le difficoltà nell’operare in un territorio come la Basilicata, distante dai centri dell’arte contemporanea?
La Basilicata è una delle regioni più sconosciute d’Italia, dove l’arte contemporanea viene spesso trascurata. Purtroppo non è sempre facile promuovere le mostre degli artisti in residenza in questo territorio, ma ogni anno riusciamo a farci conoscere sempre di più, ospitando sia un pubblico locale che internazionale.
Vorrei trasformare San Basilio in un luogo di incontro per giovani artisti e appassionati d’arte, in cui le persone possano avere un rapporto diretto con le opere, con gli artisti e con i professionisti del settore. Facendo diverse ricerche sul territorio, mi sono accorta che purtroppo non ci sono molte possibilità lavorative e accademiche in questo campo in Basilicata. Chi è interessato a sviluppare una carriera nel mondo dell’arte, sia come artista sia come curatore o gallerista, è costretto a trasferirsi in città più internazionali come Milano o Londra, quindi mi auguro che questa situazione possa migliorare.
Quanto è importante per te stabilire collaborazioni con altre realtà vicine a livello geografico?
Credo che la collaborazione con altre organizzazioni sia molto importante. Recentemente ho cominciato a collaborare con altre residenze e project-space in Puglia e in Calabria, tra cui In-Ruins e Voga. Negli anni vorremmo creare una rete di progetti qui nel sud d’Italia offrendo ad artisti e professionisti dell’arte la possibilità di viaggiare tra le regioni.
Progetti per il futuro?
Mi piacerebbe coinvolgere sempre di più le comunità dei borghi circostanti, come hanno fatto GRJB nell’estate del 2021, sia creando progetti curatoriali temporanei in loco, sia organizzando dei workshop o cicli di conversazioni intorno alle pratiche artistiche dei partecipanti. Vorrei inoltre espandere il programma, organizzando residenze in diversi periodi dell’anno, magari anche in altre città, dando agli artisti la possibilità di spostarsi da una residenza all’altra.
‒ Giovanni Viceconte
https://www.castellosanbasilio.com/
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